STRESA - 31-08-2021 -- Un grande borsone rosso bordato di bianco con le maniche in tessuto nero. È in quel contenitore, che i periti hanno portato via nella tardata mattinata di ieri, che sono custoditi tutti i dati della funivia del Mottarone. Sotto la direzione dell’ingegner Paolo Reale, docente all’università Uninettuno di Roma, sono state realizzate le copie forensi della scatola nera come disposto dal gip Elena Ceriotti all’interno dell’incidente probatorio.
I tecnici hanno lavorato all’interno della centrale operativa dell’Alpino, tra i due tronconi della funivia. I locali sono sotto sequestro dal 23 maggio, giorno della tragedia. I carabinieri hanno rimosso i sigilli, i macchinari sono stati messi in funzione e sono stati prelevati i dati tecnici che attestano l’attività dell’impianto. La loro analisi può far luce, oltre che sull’incidente che ha portato allo schianto della cabina numero 3 e alla morte di 14 persone, su eventuali altri malfunzionamenti verificatisi in passato.
Finora l’inchiesta coordinata dal procuratore capo Olimpia Bossi e dal sostituto Laura Carrera, che indagano per i reati di omicidio e lesioni colpose, disastro causato dalla manomissione dei sistemi di sicurezza e per attentato al trasporto pubblico, ha accertato che quando si tranciò la fune traente, la cabina non si arrestò come previsto perché erano stati inseriti i “forchettoni”, ceppi di metallo che hanno fisicamente impedito alle ganasce di chiudersi, bloccando la cabina alla fune portante. Di questa operazione s’è assunto la responsabilità Gabriele Tadini, il caposervizio della funivia, uno dei 14 indagati (due sono società) insieme all’amministratore della società, Luigi Nerini, al direttore d’esercizio Enrico Perocchio, e ai responsabili delle diverse aziende che hanno effettuato la manutenzione ordinaria e straordinaria.
I periti, compresi quelli degli indagati e delle oltre 50 parti offese che si sono costituite, potranno esaminare i dati della scatola nera, la cui perizia sarà depositata entro 90 giorni.
Mercoledì prossimo, intanto, si tornerà in aula. Il gip Ceriotti incontrerà le parti per fare il punto sugli accertamenti tecnici e per decidere come e quando rimuovere la cabina schiantata, che giace nei boschi del Mottarone da poco più di tre mesi.