VERBANIA - 28-09-2021 -- Gli sposini, due calabresi di Rosarno, per il viaggio di nozze avevano scelto il Lago Maggiore. Ma la loro luna di miele non è stata del tutto serena e s’è pure chiusa con un risvolto giudiziario e una condanna penale.
La sera del 26 luglio 2019 marito e moglie avevano scelto di cenare sul lungolago di Arona, in un ristorante di piazza del Popolo. A tavola lui aveva forse alzato un po’ il gomito e con la consorte il clima non era idilliaco. Durante la cena avevano battibeccato e lui le aveva risposto male, arrivando a chiamare i carabinieri chiedendone l’intervento: “venite prima che la ammazzi”. La pattuglia dei carabinieri, intervenuta attorno alle 22 per una lite familiare, non li aveva trovati più nel locale. Ma, avuta conferma della situazione, li rintracciò all’esterno, identificandoli. Non fu nemmeno necessario chiedere all’uomo di esibire l’arma bianca perché fu lui a estrarre da una borsa a tracolla un Opinel a serramanico di grandi dimensioni, con il manico di colore arancione e una lama che, completamente estratta, portava a 23 centimetri la lunghezza del coltello.
I carabinieri la sequestrarono e denunciarono il 38enne di Rosarno per il possesso ingiustificato dell’arma, reato per il quale il Tribunale di Verbania l’ha condannato a 4 mesi e 800 euro di multa.
Gli è ancora andata bene perché, interrogato su quanto accaduto al ristorante, un cameriere ha confermato che, giunti in cassa, le liti tra gli sposini erano finite solo quando lui aveva estratto dalla borsa l’Opinel e, pur senza estrarre la lama, le aveva detto: “taci altrimenti ti sgozzo”. Senza denuncia e senza una reale volontà di ferire la moglie la Procura non ha proceduto per il reato di minaccia, un modo comunque non molto romantico di iniziare un matrimonio.