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rindi paolo due
COSSOGNO – 10.02.2016 – Una mobilitazione continua,

anche social. La famiglia e gli amici non s’arrendono al silenzio che dal 1° febbraio avvolge Paolo Rindi, il ventenne varesino scomparso in Val Grande durante un trekking d’una settimana.

Sabato è stato l’ultimo giorno di ricerche ufficiali lungo l’asta del rio Pogallo. Soccorso alpino, Sagf, vigili del fuoco e Forestale con l’ausilio di elicotteri, sub, droni e cani molecolari hanno battuto in lungo e in largo le zone nelle quali lo studente di filosofia con la passione per la montagna selvaggia è stato visto per l’ultima volta.

Il papà e la mamma si sono appellati agli amministratori locali per tenere viva la fiammella della speranza, che ora s’alimenta anche su Facebook. Alla comunità “Dov’è Paolo Rindi”, in due giorni abbondanti hanno aderito più di 3.200 persone. E sono arrivate le prime segnalazioni. La più clamorosa, tutta da verificare e che al momento non trova riscontro, è quella secondo cui un conoscente di Paolo sostiene di averlo avvistato qualche giorno fa a Milano, alla stazione Cadorna. Il post è di questo pomeriggio e viaggia di bacheca in bacheca. La condivisione al più ampio numero di persone è importante per mantenere alta l’attenzione, ma non è detto che porti risultati concreti.

L’ipotesi che Paolo abbia volontariamente lasciato la Val Grande e, con mezzi propri o improvvisati si sia diretto altrove è stata già presa in considerazione dalle forze dell’ordine, ma finora non ha avuto riscontri. I familiari battono ogni pista, compresa quella dei presunti accessi a Facebook effettuati dal suo cellulare, per il quale chiedono un ulteriore approfondimento.