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VERBANIA - 17-10-2021 -- Era stato lui stesso, fermando una pattuglia della polizia incrociata lungo la strada, a “confessare” che, pur essendo ristretto agli arresti domiciliari, era uscito di casa per cercare la bicicletta rubata alla figlia, per recuperare la quale aveva chiesto il loro aiuto. Non è bastata questa circostanza a evitare a un uomo originario della Sicilia che nel 2019 viveva a Verbania (oggi s’è trasferito) denuncia e processo. La Procura di Verbania l’ha mandato a giudizio per il reato di evasione, dal quale il giudice l’ha assolto riconoscendone, non solo la buona fede, ma anche lo stato di necessità. Nel mese di agosto del 2019 la figlia dell’imputato s’era vista rubare la bicicletta. Il padre aveva lanciato un appello su Facebook chiedendo a chi avesse notizie di contattarlo. Era stato avvisato che la bici rubata si trovava, abbandonata, all’ingresso del cimitero di Trobaso. Per questo, contravvenendo all’obbligo di scontare un residuo pena ai domiciliari, era uscito senza avvisare preventivamente le forze dell’ordine, come avrebbe dovuto fare. E nessuno probabilmente se ne sarebbe accorto se non fosse stato lui a fermare la pattuglia della polizia, fatto sul quale Annalisa Paparella, avvocato della difesa, ha insistito nel chiedere l’assoluzione.