OMEGNA – 11.02.2016 – Un nome, un simbolo.
Renato Bialetti, l’omino coi baffi, è stato nella seconda metà del XX secolo l’icona assoluta dell’industria della moka, una delle vedette del comparto cusiano dei casalinghi, quello per intenderci dei marchi Alessi e Lagostina e, appunto, Bialetti. Da oggi non c’è più, spirato nella notte a Ascona, in Canton Ticino, a 93 anni (ne avrebbe compiuti 94 a marzo). Da tempo aveva lasciato del tutto l’azienda, ceduta a fine anni ’80 e finita oggi a un gruppo bresciano, e si godeva il buen retiro tra la sua residenza ufficiale di Ascona e la villa di Pallanza nella quale ha sempre vissuto con qualche capatina, finché la salute gliel’ha concesso, al Gigi Bar di Stresa, da solo o accompagnato dall’autista su una delle sue due Rolls Royce.
Renato Bialetti era nato a Casale Corte Cerro nel 1922, uno dei figli di Alfonso Bialetti, l’inventore della caffettiera, un prodotto che dopo la seconda guerra mondiale l’intuito e il fiuto per gli affari del figlio – suo successore alla guida dell’azienda di famiglia – aveva lanciato in tutto il mondo. Produzione industriale e marketing sono state le chiavi del successo della Bialetti, che ha bucato gli schermi di tutta Italia con le reclame del Carosello. In particolare con una reclame, quella dell’omino coi baffi disegnato dal fumettista Paul Campani nel 1953, diventato il marchio di fabbrica dell’azienda, quanto mai identificata nel suo titolare, l’ispiratore appunto dell’omino dei baffi per via di quei due baffoni incanutitisi nel tempo ma rimasti sempre uguali.
Renato Bilaetti, vedovo da tempo, lascia tre figli: Antonio, Alfonso, Alessandra.