VERBANIA - 06-11-2021 -- “È successo tutto a nostra insaputa e ora ci tocca pagare. A mia moglie è arrivata una cartella esattoriale di 110.000 euro, a mia figlia di 3,2 milioni”. A parlare al giudice, in qualità di testimone, è stato Antonio Bertinotti. Ex sindaco di Arona, già importante dirigente ciclistico, è stato il patron della Ciclistica Arona per tanti anni, organizzando gare a livello nazionale e internazionale, tra cui il Gran premio Nobili rubinetterie che, dalla fine degli anni Novanta, era diventato un appuntamento di rilievo, passerella dei più importanti corridori.
La gara ora non si tiene più, travolta dalle indagini di Agenzia delle Entrate e Guardia di finanza, che hanno scavato attorno ai ricchi contratti di sponsorizzazione (nell'ordine di centinaia di migliaia di euro l'anno) ricevuti dalla Ciclistica Arona e da altre associazioni aperte ad hoc allo scopo di sostenere gli eventi, ma anche – così hanno riscontrato Gdf e autorità tributaria – di poter fatturare somme maggiori sfruttando la fiscalità agevolata (Iva incassata al 22% e riversata al 10%) riservata alle Asd.
Secondo l’ipotesi dell’accusa una parte di quelle somme versate dagli sponsor con regolare contratto e fattura accompagnata da bonifico bancario, veniva prelevata in contanti e retrocessa “in nero” mediante il deposito del denaro in una cassetta di sicurezza alla quale avevano accesso più persone.
Per queste operazioni Bertinotti è già stato assolto dal Tribunale di Verbania. Nel procedimento in cui era imputata la moglie (oggi ex), legale rappresentante delle associazioni, il pm ha chiesto 1 anno e 2 mesi di condanna. Il giudice ha invece accolto la tesi difensiva secondo cui aveva un mero ruolo di prestanome e non gestiva l’attività e che, comunque, non vi sia prova della sua colpevolezza. “L’hanno messa presidente a sua insaputa, falsificando la firma” – ha testimoniato Bertinotti, chiamando in causa altri collaboratori ai tempi della Ciclistica Arona con cui sono in atto anche contenziosi civili.
Chiusa la parte penale, resta aperta quella fiscale, con gli accertamenti diventati in alcuni casi definitivi e con pesanti cartelle esattoriali che, ad anni di distanza da quelle importanti manifestazioni sportive, continuano a piovere sui dirigenti che le organizzarono.