STRESA - 08-11-2021 -- Ci è voluta un’intera giornata per portare nel capannone della protezione civile provinciale i resti della funivia del Mottarone precipitata il 23 maggio. Ieri mattina i vigili del fuoco presenti sul pendio dello schianto hanno completato le ultime operazioni per permettere agli elicotteri dei vigili del fuoco di issare i rottami per il trasbordo sino al campo sportivo di Gignese. Fin qui non ci sono stati intoppi. L’Erickson S64 partito da Cuneo è arrivato al Mottarone attorno alle 10 e, calato il cavo, in poco tempo ha issato il carico più pesante, l’imballo in cui erano contenuti il carrello e la testa fusa, incastratasi dopo il distacco in un tronco che è stato reciso. Una volta depositato al centro sportivo, è stato caricato su un camion, partito poi alla volta di Fondotoce. I problemi si sono verificati lungo il percorso perché il carico, molto alto, sporgeva oltre la volta delle gallerie dell’A26, in particolare di quella d’accesso all’autostrada, che si imbocca a Brovello Carpugnino. Alla fine è stato deciso, con l’avallo dei magistrati -sul posto, a sovrintendere alle operazioni, c’erano il procuratore capo Olimpia Bossi oltre ai vertici dei carabinieri- di spostare il carico. L’involucro bianco è stato inclinato di quel tanto che è bastato per farlo passare al di sotto della galleria. Ciò ha rallentato di molto il trasbordo, che inizialmente era previsto si concludesse alle 15,30, con una prima riunione di periti e consulenti fissata per quell’ora al Tecnoparco, ma che è terminato alle 19,30, quando ormai era calata da tempo l’oscurità. Più agevole il trasbordo della cabina che, recise le lamiere, è stata trasportata da un altro elicottero, più piccolo, in tre viaggi, seguendo la stessa sorte del carico più grande, senza alcun intoppo. Ora i reperti saranno esaminati dai periti, alla presenza degli avvocati, nell’incidente probatorio che davanti al gup Elena Ceriotti dovrebbe concludersi il 16 dicembre, data alla quale è già fissata udienza. Lo stesso giudici ha anche disposto che la testa fusa, il punto in cui la fune traente -quella che s’è spezzata il 23 maggio- si congiunge con la cabina, sia esaminata dal Latif, il Laboratorio tecnologico impianti a fune che si trova a Ravina, in provincia di Trento.