GRESSONEY- 14-11-2021-- Un weekend turistico – culturale, in famiglia o quasi, mi consente finalmente di visitare Gressoney. Di qui ero passato soltanto due volte d’inverno, proveniente da Alagna con gli sci ai piedi, ma senza sostare. Abbiamo anche trovato il tempo, questa volta, di gustarci una bella escursione, breve e facile, alla portata di tutti.
GITA N. 48 ALPENZU’ - GRESSONEY
AGOSTO 2021
Dislivello: 500 m. Tempo totale: 3 h.
Con il mio capo ed una coppia di amici, fra i quali vige la stessa scala gerarchica, mi trovo a Gressoney Saint Jean per un weekend turistico, valorizzato da una conferenza sul popolo walser con Enrico Rizzi, Annibale Salsa ed altri eminenti studiosi. La Valle di Gressoney, percorsa dal torrente Lys che, a Pont Saint Martin, confluisce nella Dora Baltea, è una delle quattro valli italiane che da sud e da est salgono verso l’immenso massiccio del Monte Rosa. Le altre tre sono la Val d’Ayas, la Val Sesia e la nostra Valle Anzasca.
Due, la Saastal e la Mattertal, salgono verso il Rosa da nord e sono in Vallese. E in tutte queste valli c’è l’impronta del popolo walser. Nella Valle d’Aosta francofona si leggono parole in tedesco solo nelle due valli dei Walser, la Valle di Gressoney e la Val d’Ayas. La meta della nostra escursione è Alpenzù Grande e, a seguire Alpenzù Piccolo, alti insediamenti walser, con prime testimonianze già nel 1200, sulla destra orografica del Lys. Da Gressoney Saint Jean, a quota 1385, si percorrono in auto circa due chilometri in direzione di Gressoney La Trinitè e si parcheggia in località Chemonal, 1407.
Sale di qui una evidente mulattiera, molto ripida in alcuni tratti. Nel bosco di conifere si incontrano alcuni larici secolari, ben segnalati e descritti. Di faggi neanche l’ombra! Dopo circa un’ora a passo molto tranquillo si raggiungono i prati del bellissimo balcone panoramico sulla valle dove sorge Alpenzù Grande, 1779. Le case sono un mirabile esempio di architettura walser. C’è un bellissimo ed ospitale rifugio, dove beviamo qualcosa mentre le signore prendono fiato. L’unico neo sono le nuvole, tutte sul Monte Rosa. Così il suo versante aostano ci viene negato. Siamo sul Grande Sentiero Walser del Tour del Monte Rosa, segnato W1. Anche qui un albero monumentale, un acero, fa bella mostra di sé.
Riprendiamo il cammino verso nord. Il sentiero, a volte stretto, sale e scende in modo anche importante, incrementando il dislivello e suscitando timide proteste nei gitanti. E’ domenica e s’incontrano persone di ogni età, dai tre agli ottant’anni, ed il cammino è rallentato. Non che dispiaccia a tutti. Attraversiamo il torrente Pinter ed arriviamo, a Hobelte, 1807, e a Alpenzù Piccolo, 1801. Inizia la discesa nel bosco e, dopo due ore, che potevano essere molto ridotte, raggiungiamo l’ingresso di Gressoney La Trinitè in corrispondenza di una bella rotonda, molto diversa dalle nostre, ahimè. Pranziamo qui, raggiunti da un amico, dopodiché una comoda navetta ci riporta al parcheggio di Chemonal.
Gianpaolo Fabbri