VERBANIA – 15.02.2016 –5 mesi e 500 euro
di multa per appropriazione indebita. È questa la condanna, decisa oggi dal giudice Rosa Maria Fornelli del tribunale di Verbania, che mette fine alla vicenda di un uomo che s’era spacciato come persona in difficoltà e che, carpendo la buona fede di una sconosciuta, s’era fatto consegnare l’auto senza mai restituirla.
I fatti risalgono al maggio del 2012. La signora Anna Maiocchi, verbanese, frequenta spesso il pomeriggio il bar del circolo Arca Enel di viale delle Rimembranze a Pallanza (oggi chiuso) per giocare a burraco con le amiche. Un giorno la titolare, Anna Conte, le chiede una cortesia per conto di un avventore del locale che è rimasto bloccato per un problema e ha bisogno dell’auto in prestito per tornare a casa. La signora Anna, in buona fede e forse ingenuamente, dice di sì, pur non sapendo chi sia la persona in difficoltà, con la promessa che l’auto, una Volkswagen Polo, le sarebbe stata restituita l’indomani. Ma l’indomani, né nei giorni successivi, l’auto le viene ridata. Clementi, contattato telefonicamente, prima spiega di averla portata dal meccanico perché guasta e successivamente si nega.
La proprietaria si reca dai carabinieri e sporge denuncia ma decide anche di avviare piccole indagini per conto proprio e, così, scopre che quell’uomo che lei descrive come distinto e ben vestito, che sembrava una persona per bene, è cliente anche di un altro locale verbanese, il ristorante Sassin a Intra. Si reca quindi nel locale, spiega la situazione e viene a sapere dall’oste che Clementi non è la persona che s’era dipinta. Questi dice di conoscerlo e di sapere anche dove vive, offrendosi di accompagnarla in un secondo momento nel paese del Lago d’Orta dove ha la residenza.
La spedizione per il recupero della Polo si conclude a Pisogno di Miasino. Al citofono l’uomo non si fa trovare e solo dopo le insistenze di Anna, che minaccia di far intervenire i carabinieri di Orta, riceve le chiavi e recupera il mezzo, un po’ ammaccato ma integro.