DOMODOSSOLA- 16-02-2016- Non è piaciuta la gestione dell'emergenza profughi
affrontata negli anni passati dall'amministrazione comunale a Lucio Pizzi, che alza i toni della campagna elettorale, rimarcando temi molto sentiti dagli elettori di centro destra e depositando un'interpellenza in comune, in cui chiede, tra l'altro, “ se in città qualche cooperativa stia allestendo strutture di accoglienza per immigrati, in particolare in Via Italia numeri 17 e 21”, alludendo all'edificio di proprietà de La Bitta Società Cooperativa Onlus attualmente in fase di ristrutturazione: “Riflettendo sul delicato tema del grande flusso immigratorio che impatta ormai quotidianamente sul nostro paese- spiega Lucio Pizzi in un comunicato stampa- ritengo ancora attuale la frase pronunciata da Margaret Thatcher nel 1978: “Le persone hanno davvero paura che questo Paese possa essere invaso da altre persone di una cultura differente. E noi non facciamo politica per ignorare le preoccupazioni delle persone: facciamo politica per occuparcene”. Credo che i domesi, come tutti gli italiani, siano molto preoccupati per gli effetti del flusso migratorio che il nostro paese sta registrando. E' evidente come la gestione dei flussi dovrebbe essere garantita da regole certe e organizzata in maniera trasparente: solo con questo punto di partenza si potrebbero superare paura e diffidenza. Invece non si può certo accogliere di punto in bianco gruppi di migranti ancora non identificati nella nostra Città collocandoli in Casa di Riposo vicino ai nostri anziani o nelle palestre delle scuole, così come è stato fatto dall'amministrazione Cattrini. Domodossola non si è mai tirata indietro per coraggio e carità, ma i nostri cittadini hanno tutto il diritto di sapere prima chi siano coloro che arrivano nella loro città e se ci siano davvero condizioni e percorsi seri per attuare una vera integrazione. Inoltre la mancanza di un'effettiva integrazione comporta l'impiego continuo di risorse per il mantenimento di immigrati che per lo più nulla fanno tutto il giorno: un pozzo senza fondo a fronte della mancanza di risorse per le emergenze di innumerevoli italiani in difficoltà che non riusciamo ad aiutare, dato questo difficilmente comprensibile ed accettabile. E non nascondiamoci dietro la procedura dei fondi europei...il problema è che per molti operatori e cooperative, probabilmente anche qui nella nostra zona, l'emergenza umanitaria è prima di tutto un business. Infine è bene iniziare a riflettere sui gravi casi di cronaca che si stanno moltiplicando in Europa, primo fra tutti quello delle molestie alle donne di Colonia in Germania: l'accoglienza semmai va fatta pretendendo che chi viene ospitato debba rispettare le nostre leggi, i nostri valori e le nostre tradizioni. Per tutti questi motivi ho protocollato un'interpellanza al fine di sapere se vi siano in corso comunicazioni dagli organi preposti relativamente all'accoglimento di altri immigrati e se in città qualche cooperativa stia allestendo strutture di accoglienza per immigrati, in particolare in Via Italia numeri 17 e 21”.