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GRAVELLONA T. – 16.02.2016 – La sentenza

arriverà il 5 aprile, al termine delle repliche e in chiusura di un processo che, celebrato con rito ordinario e a porte aperte, è vissuto tra particolari pruriginosi, relazioni extraconiugali, prestazioni e posizioni sessuali. A processo, in tribunale a Verbania e di fronte al collegio di magistrati presieduto da Luigi Montefusco e composto da Rosa Maria Fornelli e Raffaella Zappatini, c’è un gravellonese di 43 anni, accusato di stalking, lesioni e di tre episodi di violenza sessuale ai danni di una concittadina di 36. Lui, scapolo con numerose “avventure galanti” e una vita sessuale attiva (come ha raccontato e hanno testimoniano nelle precedenti udienze alcune donne), conosce lei, sposata e con figli. I due hanno una relazione extraconiugale che a un certo punto si interrompe ma che, dall’autunno del 2012, riprende in qualche modo. Secondo la donna con violenza e con l’ossessione di lui, che l’assilla e che in tre occasioni nel maggio del 2013, una a casa di un parente di lei, le altre due nello studio in cui lavora, la costringe a altrettanti rapporti sessuali non consenzienti. Per l’amante, invece, tutto è stato consenziente e la donna, che avrebbe voluto troncare per salvare il matrimonio, in realtà non poteva fare a meno di lui.

Oggi in aula è stato il giorno dell’esame dell’imputato che, difeso dall’avvocato Gabriele Pipicelli, ha raccontato i dettagli della loro storia negando ogni addebito. Durante il contointerrogatorio ci sono state numerose contestazioni della difesa della parte civile, rappresentata dall’avvocato Marco Marchioni. Nelle schermaglie tra avvocati Pipicelli ha insistito perché i giudici ascoltassero in aula l’audio registrato dall’imputato in due occasioni e perché si parlasse delle pratiche sessuali della parte offesa, secondo lui utili ai fini della sua difesa. Il presidente Montefusco è intervenuto più volte riportando il dibattimento sui fatti per i quali si tiene il processo e, alla fine, decidendo di rinviare al 5 aprile, non prima che il pm Gianluca Periani avesse presentato la sua richiesta: una condanna a 7 anni e 10 mesi, a fronte della richiesta di risarcimento della parte civile di 30.000 euro di cui 15.000 di provvisionale.