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Simone Racco

DOMODOSSOLA- 17-02-2016- Alla Cappuccina si anima il dibattito sulla possibile creazione di uan struttura che possa accogliere migranti stabilmente, c'è chi, come l'ex consigliere provinciale Simone Racco, pensa che si potrebbe costituire un comitato per raffrontarsi con l'amministrazioen comunale: “L'interpellanza presentata dal consigliere comunale Lucio Pizzi in relazione all'eventuale allestimento di una struttura per l'accoglienza dei migranti in Via Italia 17/21- scrive Simone Racco, ex consigliere provinciale- e le voci coincidenti che si sentono ultimamente nel quartiere Cappuccina, dove io stesso risiedo, cominciano a preoccupare non poco in quanto due indizi troppo spesso rischiano di fare una verità. Non sono contrario all’accoglienza delle popolazioni più deboli e sfortunate, ma accoglienza non significa accettare chiunque sul territorio senza conoscerne il passato e senza la possibilità di garantire una reale integrazione. Pare invece che negli ultimi mesi molti si siano mossi spinti in realtà dai 30 (o forse più) euro giornalieri che ogni immigrato consente di ricevere, tanto che da qualche parte si è sentito addirittura vociferare con vanto della possibilità di riaprire alcune strutture alberghiere chiuse da molti anni: businees quindi e non emergenza umanitaria.

Inoltre non va dimenticata un'ulteriore considerazione: la maggioranza di coloro che fuggono dalle terre natie non appartiene a Paesi nei quali sono in corso guerre, ma fuggono dalla povertà. Tale situazione, pur drammatica, non consentirà loro di beneficiare dello status di rifugiati politici con la conseguenza che, alla scadenza dei termini previsti dalle vigenti normative, cesserà il contributo economico giornaliero che oggi giunge tramite le Prefetture e i migranti che non avranno un'occupazione stabile diverranno clandestini o saranno costretti a mille espedienti se vorranno vivere in questo Paese.

Chi scrive non dimentica affatto gli immigrati meridionali venuti al nord a cercare fortuna e non potrà mai dimenticarlo, in quanto sono io stesso figlio di quell'immigrazione, ma diverse erano le condizioni. All’epoca, infatti, vi era una richiesta di forza lavoro al pari dei paesi nei quali molti italiani sono emigrati in cerca di fortuna (Stati Uniti, Svizzera, Belgio, Francia, Sud America ecc.) e chi è migrato ha lavorato duro guadagnandosi in molti casi anche una meritata posizione. Oggi quelle condizioni mancano completamente ed è facile ipotizzare un futuro di povertà a fronte di un'integrazione che a queste condizioni appare destinata a fallire.

Mi sembra di percepire che come me molti altri residenti nel Quartiere siano contrari a nuove strutture di accoglienza per immigrati evidenziato anche che la Cappuccina sta già dando il suo contributo ospitando un buon numero di migranti presso la Casa Letizia ex del Fanciullo. Un chiarimento da parte del Sindaco è quindi doveroso quale segno di rispetto nei confronti di tutti i residenti che non possono essere informati a cose fatte.

Credo però, in caso di una mancata risposta chiara ed esaustiva, che ai residenti del Quartiere spetti la valutazione sull'opportunità di far sentire la propria voce. Se ritenuta necessaria potrebbe essere un'iniziativa organica la formazione di un comitato di residenti (con alcuni rappresentanti che possano confrontarsi con l’Amministrazione comunale) al fine di raccogliere e trasmettere perplessità e posizioni, iniziativa propedeutica anche all'avvio di una raccolta firme. Nel caso mi rendo fin d'ora disponibile a collaborare con le persone che vivono insieme a me la realtà del nostro quartiere”.