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di bari massimo

DOMODOSSOLA- 18-02-2016- Anche Massimo di Bari, consigliere comunale di Sinistra Unita prende posizione sulla questione sollevata da Lucio Pizzi della creazione di una struttura per accogliere migranti alla Cappuccina: “Com’era prevedibile, con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale, il clima domese si sta surriscaldando- spiega in un comunicato stampa- Ciò che dispiace, però, è che qualcuno tenti di catalizzare l’attenzione dei domesi su polemiche basate su equivoci o, ancor peggio, su maldicenze, insinuazioni e falsità. Ancor più riprovevole è il fatto che queste polemiche riguardino una questione molto delicata: la gestione dei richiedenti asilo.

Non mi soffermo sul merito della questione perché ormai anche i muri sono al corrente di tanti dettagli della vicenda (provenienza dei fondi, entità delle cifre in questione, numeri dei richiedenti asilo, procedure burocratiche, ecc.) e in più di un’occasione ho dovuto constatare la verità del detto “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.

In queste poche righe voglio rivolgermi a chi rigetta questi metodi e non si riconosce in questo modo di far politica. A mio avviso c’è un solo modo per contrastare questa pericolosa deriva verso l’intolleranza, la xenofobia e la paura del “diverso” in generale: fare argine contro chi semina odio e divisioni, chi utilizza le insinuazioni e gli “indizi” come strumenti politici.

Per quella che è la mia esperienza ormai pluriennale della società domese (e ossolana in generale), avendo conosciuto tanti operatori e volontari che lavorano sodo, spesso nel silenzio e nell’anonimato, per creare condizioni di vita eque e diginitose per tutte le persone che vivono in questo territorio, avendo ascoltato le storie di tanti giovani ossolani rientrati da viaggi nelle parti più svariate del globo, posso affermare che vi è abbondanza di “anticorpi” contro l’intolleranza. Ma, si sa, gli “anticorpi” per essere efficaci devono fare massa critica al momento opportuno. Occorre leggere la realtà in cui viviamo senza paraocchi e senza diffidenza, con un briciolo di fiducia reciproca, basata sulla conoscenza e sulla frequentazione dei luoghi e delle persone.

Chi vorrà praticare questo atteggiamento di apertura e di fiducia  non deve lasciarsi condizionare da chi continua a usare le categorie dell’ingenuità o ancor peggio del “buonismo”, soprattutto se ad affibbiare questi epiteti sono persone che si basano sulla manipolazione della realtà e su falsità.

Chi vorrà arginare questi tentativi di estremizzazione dovrà uscire un pochettino allo scoperto ed essere disponibile a metterci la faccia, oltre che la mente e il cuore”.