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cota roberto

Zaki è stato scarcerato. Non ancora scagionato, ma scarcerato. La circostanza viene vissuta come una vittoria della diplomazia italiana e come un punto a favore della riaffermazione dello stato di diritto. È vero ed è giusto mettere in luce il risultato. Però occorre dire, come è stato giustamente evidenziato dal quotidiano “Il Riformista”, che il nostro sistema giudiziario non è certo perfetto quanto a lezioni da dare. Soprattutto sul punto della carcerazione preventiva in combinato disposto con la esistenza di norme penali suscettibili di essere applicate con troppa discrezionalità (concorso esterno in associazione mafiosa). Il caso alla ribalta in questi giorni è quello dell’avvocato Pittelli, ex  parlamentare, in custodia cautelare ai domiciliari  per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, rimandato in carcere perchè ha scritto una lettera alla Ministra Carfagna con la quale si difende denunciando la sua condizione di innocente. Anche questo caso si inserisce nella solita polemica in atto tra politica e magistratura. A mio avviso questo approccio fino ad oggi ha portato a scarsi risultati quanto alla possibilità di eliminare le storture del sistema. Ritornando al caso di Pittelli, dobbiamo prima di tutto interrogarci su un fatto: è possibile che esista nel nostro ordinamento un reato dai contorni così indefiniti come il concorso esterno in associazione mafiosa? La verità è che oggi con questo reato si rischia di essere accusati di tutto e del contrario di tutto.

Buona domenica e buona settimana.

Roberto Cota