VERBANIA - 16-12-2021 - "La strategia della Grande Guerra e il ruolo di Cadorna" è l'intervento col quale un erede del generale, Carlo Cadorna, interviene nel dibattito sul cambio di dedicazione della scuola di Pallanza, già intitolata al controverso antenato e che l'amministrazione comunale vorrebbe dedicare a Gino Strada.
"La grande guerra ha subito la strategia tedesca che era leader nella triplice alleanza. Copiando quanto fatto dai Romani per battere Annibale (comprato Massinissa), hanno comprato Lenin allo scopo di avviare la rivoluzione in Russia, ed i socialisti bolscevici italiani unitamente ad un collaboratore del Papa (Gerlach), allo scopo di avviare la propaganda pacifista in Italia. Questa strategia ha avuto gravi effetti non solo durante la guerra(testimonianza Don Minozzi) ma anche dopo per il grave conflitto d'interesse che ha interessato alcuni tra i più importanti storici con in testa G. Rochat. Essi sono responsabili di gravi reati (266 c.p.) e della manipolazione di documenti primari allo scopo di mettere in cattiva luce il Gen. Cadorna che tale propaganda ha combattuto strenuamente nell'interesse esclusivo che gli era stato indicato dal Re ("Lettere famigliari", pag 289) al quale doveva rispondere in esclusiva. La strategia era il compito di Cadorna e si è esplicitata in senso DIFENSIVO nell'adeguare le nostre forze all'indifendibile fronte orientale, condizione ereditata dalla III guerra di indipendenza e che ha giustificato l'entrata in guerra. L'adeguamento ha riguardato lo sviluppo delle forze, nella componente di fuoco (cannoni, mitragliatrici, bombarde, aerei) e quella di movimento (da 14 a 65 divisioni), la fortificazione di 450 km. di fronte (LINEA CADORNA e Grappa – Piave), la costruzione di 2000 km. di vie di comunicazione a scopo logistico, la stipula di convenzioni militari allo scopo di ottenere la concorrenza delle forze russe e serbe. In senso OFFENSIVO con l'adesione alle richieste di intervento del comando alleato previste dagli accordi di Londra, garantiti dal Re e firmati dal governo tenendo Cadorna in disparte. Il comando delle forze e conseguenti responsabilità sono sempre stati decentrati da Cadorna ai comandi di reparto interessati in armonia con quanto previsto dal Regolamento di Disciplina in vigore. La controprova della validità di questa strategia è intervenuta prima di Caporetto, quando il venir meno della concorrenza russa è stato recepito da Cadorna (che si è messo in difensiva ed ha completato le difese del Grappa) e non dal comando alleato che pretendeva una nuova offensiva. Come pure dopo Caporetto quando Cadorna scelse la difesa sulla linea del Grappa mentre il comando alleato voleva il Mincio che ci avrebbe fatto perdere tutte le artiglierie. Sulla linea del Grappa l’esercito di Cadorna (Diaz attendeva ordini dal governo – Diario A. Gatti), dal 9 al 28 nov. 1917 ha resistito alle stesse forze che hanno vinto a Caporetto e su di essa abbiamo vinto la guerra.
Il 25 aprile 2019, da Vittorio Veneto, il Presidente Mattarella ha ricordato che la nostra memoria storica è rappresentata dal Risorgimento e dalla vittoria nella Grande Guerra alla quale Cadorna ha dato un grande contributo attraverso la costituzione di un esercito all’altezza e la costruzione di linee difensive (linea Cadorna e linea del Grappa – Piave) finalmente difendibili.
La scelta di G. Strada è rispettabile ma è un personaggio estraneo a Pallanza: Cadorna era uomo di pace come lui ma con maggiore cognizione di causa! (“Lettere famigliari”, Mondadori 1967, pag. 156)".
Carlo Cadorna