TORINO – 18.02.2016 – Da un tribunale all’altro,
da un giudice amministrativo a uno contabile, ma sempre senza decidere. Non s’è risolta la querelle che vede opposti 42 ex consiglieri regionali del Piemonte, tra i quali 4 del Vco (in ordine alfabetico: Guido Biazzi, Alberto Buzio, Ettore Racchelli e Marco Zacchera), alla Regione che ha approvato una legge per cui congela per cinque anni, riducendoli, i vitalizi degli ex, di coloro cioè che si sono seduti per almeno una legislatura (a volte nemmeno intera) a Palazzo Lascaris. Dopo che il Tar del Piemonte s’era dichiarato incompatibile a esaminare il ricorso, ieri la stessa decisione è stata presa dalla Corte dei Conti, dalla quale ora ci si attende l’indicazione su chi possa essere il magistrato abilitato a esprimersi. Probabilmente sarà un tribunale civile, con tutti gli annessi e connessi, compresi i tempi lunghi della giustizia italiana.
Del ricorso avevamo già parlato a fine dicembre. È un’iniziativa bipartisan mirata a conservare i diritti acquisiti e a cancellare quel provvedimento di spending review (1,7 milioni l’anno di risparmio per le casse regionali) – ma anche con una sana dose di populismo perché i cittadini sono, per così dire, allergici ai privilegi dei politici – che ha sforbiciato gli assegni di diversi punti percentuali, colpendo soprattutto chi di vitalizi ne percepisce due tra parlamento e Regione. Tra questi c’è Marco Zacchera, che i suoi 1.656,50 euro per un mandato li ha visti ridotti proprio del 40%. Gli altri assegni, secondo i dati pubblicati sul sito del Consiglio regionale del Piemonte, sono di 4.457,12 euro (Ettore Racchelli, due mandati), 3.811,23 euro (Guido Biazzi, due), 2.110,12 euro (Alberto Buzio, uno).