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seve monti

STRESA - 22-12-2021 -- Per il sindaco di Stresa è un “risultato strabiliante”, “segno di ripartenza per tutte le attività commerciali in vetta“. Sono trionfalistici i toni dei commenti che seguono l’approvazione, da parte della Camera dei deputati, dell’ordine del giorno degli onorevoli leghisti Alberto Gusmeroli e Alessandro Pagano. Aronese il primo, siciliano il secondo, durante la discussione della conversione del Decreto legge sul Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) hanno firmato il documento che, recepito dal governo, lo impegna “ad adottare le necessarie iniziative di competenza, e a prevedere gli adeguati stanziamenti di risorse volti ad assicurare il celere ripristino della funivia di Mottarone nonché la tempestiva realizzazione del progetto di costruzione della funivia di Piano Provenzana”.

Dal Mottarone all’Etna -l’impianto di Piano Provenzana dovrebbe sorgere ai 1.800 metri di Linguaglossa, in provincia di Catania- l’intesa leghista, con il ministro del Turismo Massimo Garavaglia (Lega) come sponda, punta a due infrastrutture care ai deputati.

Garavaglia è, peraltro, il destinatario dell’interrogazione a risposta scritta di un altro esponente del Carroccio, il senatore Enrico Montani, che ieri ha annunciato di aver chiesto lumi sul “celere ripristino” della funivia.

L’ordine del giorno, va detto, è un mero atto di impegno. Non prevede obblighi, non contiene cifre, non dà tempi. E, al di là dell’entusiasmo che traspare dal comunicato stampa del comune di Stresa, pone un dubbio sulla natura dell’intervento al Mottarone. Se per l’impianto catanese l’ordine del giorno parla di costruzione, per il Mottarone il termine scelto è ripristino, che è diverso da quanto anticipato in estate da Severino e dal sindaco di Baveno Alessandro Monti. Che, a luglio, sono andati a Roma -anche dal ministro dei Trasporti Enrico Giovannini- per presentare la loro idea per il post-funivia. Tre le ipotesi: nuova funivia Carciano-Alpino e trenino Alpino-Mottarone (solo quest’ultimo costa 77 milioni); nuova funivia da 20 milioni; allungamento sino a Omegna per 35-40 milioni. Allora Monti e Severino (nella foto, il giorno della conferenza stampa) dissero che il ministro aveva escluso di poter accedere al Pnrr e che aveva suggerito di puntare a un emendamento alla Finanziaria. Che, a oggi, non è in agenda, un fatto che “raffredda” le previsioni di un celere ripristino. Anche perché non esiste un progetto, non è nemmeno stato dato un incarico, né si ha notizia della fattiva collaborazione della Regione, alla quale i due sindaci si sono rivolti.

Va poi detto che, attualmente, l’impianto è sotto sequestro, completamente fermo -anche senza manutenzione, ordinaria e straordinaria- da sette mesi, e che è in via di risoluzione la concessione, mentre resta da chiarire di chi sarà la proprietà dato che è in capo alla Regione ma che sarebbe dovuta diventare comunale, con un atto di trasferimento mai compiuto.

Se è pur vero che una certa attenzione politico-mediatica c’è, come dimostra l’ordine del giorno recepito dal governo e l'interrogazione, i tempi per poter tornare a veder viaggiare di nuovo le cabine tra il lago Maggiore e la vetta del Mottarone sono lunghi e, al momento, indefiniti e indefinibili.