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STRESA - 29-12-2021 -- Stresa non esce bene dalla puntata di Report andata in onda l’altra sera. Non fa una bella figura l’attuale Amministrazione, accusata di non voler pagare i 18.000 euro del trasporto salme delle 13 vittime e d’essere intervenuta tardi nella revoca della concessione, permettendo alle Ferrovie del Mottarone di incassare sei mesi di affitto del ristorante Idrovolante. “Nessuno del Comune ci ha mai contattato – ha spiegato il titolare dell’esercizio –. Dopo l’incidente non sapevamo che cosa fare: ho chiesto al commercialista, che ha parlato con il collega delle Ferrovie del Mottarone. Poi ci hanno mandato la fattura e abbiamo pagato”.

Non ne esce bene, in generale, la comunità stresiana perché, a più riprese, sia il giornalista Walter Molino, sia il conduttore Sigfrido Ranucci, hanno battuto il tasto del “tutti sapevano”. E, in quei tutti, non ci sono solo i dipendenti ed ex dipendenti (che mai, prima del disastro, avevano segnalato o denunciato alle autorità alcun tipo di guasto), ma pare esserci l’intera città perché, come sottolineato da Ranucci, “a Stresa ci si conosce tutti e tutti hanno un parente che ha lavorato per i Nerini”. Un’affermazione quantomeno azzardata, che avvalora quella voce di popolo, lanciata già nei giorni successivi allo schianto, secondo cui la famiglia Nerini sarebbe “padrona” del Mottarone e Stresa succube. L’ha alluso il giornalista domandando al sindaco Marcella Severino perché Nerini avesse sempre gli affidamenti (“Bella domanda”, ha risposto con un sorriso), e al suo predecessore Canio Di Milia, cui si imputa di aver messo sul piatto, come ente pubblico, quasi due milioni per far partire la funivia che nel 2013 era ferma, con una decisione presa a fine mandato per ragioni elettorali (Di Milia nel 2015 non si candidò, nemmeno come consigliere). Curiosamente non è stata mandata in onda l’intervista a Giuseppe Bottini, il sindaco che ha amministrato cinque anni tra i due, dando lui il via libera al bando per il rinnovo dell’impianto e per la sua gestione.

Al di là di tutto, si tratta di tesi perché, in realtà, il servizio non fornisce documenti o testimonianze a supporto di affidamenti non regolari o di accordi sotto banco.