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VCO - 29-12-2021 - L'associazione Moviment Adhd Vco propone un corso di formazione su educare attraverso lo sport, la gestione delle emozioni. Uno dei compiti più importanti degli allenatori di bambini e ragazzini è educare attraverso lo sport. Questa è la grande sfida: sfruttare le situazioni che si creano dentro e fuori dal campo per portare alla luce le potenzialità e le caratteristiche del bambino, che durante il momento di gioco-sport porta il suo vissuto emotivo, le sue modalità di relazione, le sue difficoltà.
L’Associazione Moviment famiglie ADHD VCO ha promosso e finanziato il corso di formazione “A scuola di sport” per allenatori sportivi ed educatori di centri estivi, che si svolgerà on-line su piattaforma Meet a partire da giovedì 13 gennaio 2022 dalle ore 20.30 per cinque giovedì, le iscrizioni, da effettuarsi inviando una mail di richiesta iscrizione all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., si chiuderanno l’11 gennaio 2022.
Il corso, completamente gratuito, tenuto dal dott. Andrea Fredella (psicologo sportivo e mental coach USD Brianza) con la partecipazione del prof. Gianmarco Marzocchi (professore associato di psicologia dello sviluppo e dell’educazione in Bicocca)e degli allenatori: Demetrio Albertini, Christian Brocchi e Andrea Ardito, pone come obiettivo quello di passare messaggi educativi attraverso la pratica sportiva: così bambini che iniziano a “giocare” e ad apprendere concetti basilari di un’attività sportiva, rafforzano non solo le loro capacità motorie, ma anche di ascolto, di attenzione, di comunicazione, man mano che crescono imparano la collaborazione, la coordinazione e ciò grazie al legame tra lo sviluppo cognitivo e quello motorio. Importantissimo è imparare a gestire emozioni come la rabbia, l’ansia, la paura, l’impulsività… le emozioni più calde: compito di un bravo allenatore è anche quello di capire lo stato d’animo del bambino e guidarlo ad esprimere in maniera adeguata un’emozione che prova, positiva o negativa che sia e che potrebbe condizionarlo nell’attivata sportiva svolta, come nella vita quotidiana.
Il fine ultimo non deve essere vincere a tutti i costi – anche se la competizione non va negata – ma utilizzare gli sport, soprattutto se di squadra, per una sana socializzazione e crescita educativa, per promuovere l’inclusione a diversi livelli.
Bambini con disturbi di apprendimento a scuola possono essere più competenti nella dimensione motoria visuo-spaziale, perciò lo sport che svolgono può aiutarli ad avere un’immagine di sé più positiva. Bambini con problemi comportamentali o di attenzione sono motivati a migliorarsi e a raggiungere il proprio obiettivo imparando ad autocontrollarsi.
La pratica sportiva non è un semplice sfogo, ma aiuta anche a imparare a regolare e modulare le emozioni. (c.s)