STRESA - 30-12-2021 -- Un “buco nell’acqua”. La sezione giurisdizionale piemontese della Corte dei conti ha respinto l’attacco della Gestione governativa navigazione laghi al comune di Stresa che, secondo l’ente pubblico, avrebbe favorito una sleale concorrenza dei barcaioli privati ai danni della Nlm.
Oggi i giudici contabili hanno depositato la sentenza dell’udienza che s’era tenuta il 15 aprile con imputati, a vario titolo e per un contestato danno erariale complessivo di 7,8 milioni, 12 tra ex amministratori e funzionari comunali. Gli ex sindaci Canio Di Milia e Giuseppe Bottini, i loro segretari Ugo Palmieri e Giovanni Boggi, l’ex comandante dei vigili Monica Bossi e sette tra consiglieri e assessori delle Amministrazioni tra il 2005 e il 2015 (Alberto Galli, Mauro Fortis, Carlo Falciola, Antonio Coppola, Albino Scarinzi, Vincenzo Citterio e Valeria Sala) erano accusati dalla Procura della Corte dei conti di aver creato, non adeguando i regolamenti e le tariffe, rilasciando un numero eccessivo di licenze e non effettuando verifiche e controlli, un rilevante danno economico.
La vicenda nasce nel 2014 quando la Navigazione, che svolge il servizio di trasporto pubblico locale con le Isole Borromee, inizia a lamentarsi dei servizi dei barcaioli, che offrono prestazioni più vantaggiose. È di quell’anno la lettera che chiede un risarcimento a Stresa di 10 milioni. La giunta allora retta da Di Milia respinge al mittente le richieste e nel 2017, quando sindaco è Bottini, la Gestione governativa bussa alla porta della Corte dei conti con un esposto-denuncia. La competente Procura incarica la Guardia di finanza e costruisce un teorema secondo cui i barcaioli -quelli che in teoria hanno guadagnato a spese della Navigazione, ma che non sono stati citati in giudizio per rifondere il danno- hanno prosperato ai danni dell’ente pubblico perché il comune di Stresa ha rilasciato troppe licenze, non ha aggiornato le tariffe e, soprattutto, non ha mai disposto controlli sulla concorrenza sleale.
Un teorema che, al netto delle pregiudiziali delle difese e di complessi ragionamenti giuridici anche sulla natura del servizio (c’è chi ha eccepito addirittura, come rilevano i giudici in sentenza senza però esprimersi apertamente, che la Navigazione non abbia una reale concessione e che operi in violazione degli accordi internazionali e delle norme anti-concorrenza Ue), la Corte dei conti ha smontato, senza nemmeno arrivare a discutere sulla quantificazione del danno. Le richieste della Procura sono state respinte perché gli amministratori stresiani, accusati di un danno indiretto (quello diretto sarebbe in capo ai barcaioli), non possono rispondere per un fatto -la concorrenza sleale- che mai è stato provato. Alla Gestione governativa viene imputato di non aver agito in sede civile (la lettera del 2014 fu, di fatto, solo una minaccia mai attuata) per provare le condotte scorrette, ma di aver in qualche modo utilizzato la Procura della Corte dei conti per avere una giustizia che, semmai, andrebbe chiesta ad altri giudici.