VERBANIA - 04-01-2022 -- La cieca burocrazia vince il buon senso. È paradossale, emblematico del modo tutto italiano di gestire le cose pubbliche, il caso di una 42enne disabile verbanese che da qualche settimana sta tribulando per ottenere la carta d'identità elettronica.
Tutto inizia con la scadenza del documento cartaceo, che va sostituito, come prevedono le norme, con quello elettronico. La giovane non ha mobilità. È su una sedia a rotelle e non è autonoma perché non può usare le mani. Non può quindi nemmeno firmare e, per lei, va all'ufficio anagrafe il papà, che spiega la situazione. Il Comune le manda a casa il messo che compie gli accertamenti e completa le pratiche. La carta d'identità elettronica le arriverà a casa per posta - gli assicurano.
Il postino bussa al domicilio in un giorno in cui la famiglia è assente per una visita medica e lascia l'avviso. La raccomandata finisce in deposito e con le Poste la burocrazia accelera. Il papà si reca allo sportello con il talloncino e la fotocopia dei documenti di identità della figlia. Prima gli rispondono che la lettera è allo smistamento e che deve tornare un altro giorno. Nel giorno indicato -in entrambi i casi s'è sorbito una lunga coda- gli dicono che, no, il documento non è ancora arrivato.
Su consiglio di un conoscente portalettere, attendono ancora qualche giorno. Oggi il papà della donna ripete la trafila (coda compresa) ma la risposta è ancora: no perché non si può ritirare il documento per delega.
"Basta, finisce qui - racconta l'uomo -. Per noi possono tenersi la raccomandata e la carta d'identità. Siamo arrabbiati e amareggiati. Il Comune ci ha mandato il messo e non ha fatto storie. Alle Poste pretendono che portiamo allo sportello, oltretutto nel pieno della quarta ondata di Covid, mia figlia che è sulla sedie a rotelle. Abbiamo tutto, anche la documentazione medica della legge 104, il documento provvisorio rilasciato dal Comune, la fotocopia della veccia carta d'identità. E la delega. Non capisco nemmeno perché non si possa ridare la raccomandata al postino che ce la porti a casa".