STRESA - 05-01-2022 -- Già a caldo, martedì della settimana scorsa, i commenti non erano stati entusiastici. Anzi. Un malumore strisciante ha accompagnato il servizio con cui la trasmissione Report di Rai3, nel raccontare il disastro della funivia del Mottarone, ha inquadrato il rapporto tra la comunità stresiana e i gestori dell’impianto, che sono -sia come società, sia come persone fisiche, al pari degli altri manutentori- indagati dalla Procura di Verbania per omicidio colposo plurimo, con alcune affermazioni discutibili. S’è lasciato intendere che tanti sapessero che il caposervizio Gabriele Tadini, colui che ha ammesso di aver disinserito manualmente i freni di emergenza, spesso adottava questa prassi vietata, come rivelato dalla registrazione di alcuni colloqui telefonici del 2019 e raccontato da un ex dipendente intervistato in anonimato. “Lo sapevano anche i sassi” è la frase contestata dal sindaco Marcella Severino (nella foto), unitamente a quella secondo cui “a Stresa tutti hanno un parente che ha lavorato per Nerini”.
Per questo il primo cittadino nei giorni scorsi ha preso carta e penna e ha scritto alla redazione di Report e al suo conduttore Sigfrido Ranucci, chiedendo una smentita da mandare in onda (lunedì non è stata trasmessa).
“Ricordo che la città di Stresa, la cui economia è principalmente basata sul turismo, ha fortemente subito questa terribile tragedia sia dal lato umano che per le ripercussioni notevoli sulla propria immagine – afferma –: mi sento in dovere di difendere e tutelare la mia città e i miei cittadini, quindi rigetto in toto le affermazioni fatte in trasmissione e le allusioni ad una popolazione omertosa e collusa, accuse prive di fondamento e diffamatorie”.