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bancarella collanina artigiana

VCO - 06-01-2022-- Proseguiamo l’indagine iniziata con i dati forniti dalla Camera di commercio sulle professioni più richieste e sul rapporto fra scuola e mondo del lavoro nel Vco (Scuola e sbocchi occupazionali nel VCO: qualche risposta ). Tra i soggetti che hanno il “polso” della situazione figurano certamente le associazioni di categoria. A questo proposito i lettori di Ossola24 ricorderanno l’indagine svolta dall’Unione industriale del Vco (8 novembre 2021, https://www.24newsonline.it/index.php/nazionale/61807-carenza-di-manodopera-tecnica-unione-industriale-vco-interpella-scuola-e-aziende ) e la lettera aperta inviata dal suo presidente, Michele Setaro, alle testate giornalistiche (20 novembre 2021  https://www.24newsonline.it/index.php/nazionale/62115-michele-setaro-unione-industriale-vco-rilancia-l-allarme-sulla-carenza-di-lavoratori-specializzati-la-lettera-aperta  ).

Abbiamo provato a interpellare altri soggetti associativi, chiedendo loro di analizzare la situazione in base al proprio particolare punto di vista.

"Nella nostra zona rappresentiamo fra i 1000 e il 1500 associati - dice Luca Zenoni, responsabile dei servizi sindacali per l’area Verbano – Cusio  di CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato – Il nostro target è fatto in prevalenza di piccole e micro – imprese dell’artigianato e del commercio. Le ultime due annate sono state particolari, per l’emergenza Covid. I dati ci indicano un anno di crescita occupazionale nel 2021; nell’artigianato più che in altri settori. I compartimenti legati al mondo delle costruzioni, edilizia e impianti, con le attività affini, (imbianchini, lattonieri …) hanno avuto una crescita legata ai “bonus” voluti dal Governo, ma anche all’incertezza creatasi nel 2020, per cui molti lavori erano rimasti fermi. Nel 2021 c’è stato l’effetto contrario, che potrebbe essere temporaneo, legato a quello che il Governo attuale e i prossimi decideranno di fare. Questi settori nella nostra zona però sono piuttosto stabili da anni".

Ma potrebbero, più avanti, subire un ristagno, dopo la fase attuale di sviluppo?

"In questo periodo è difficile fare  previsioni a lungo termine" risponde Zenoni.

Parlando di scuola e mondo del lavoro, si vede nel settore artigiano la carenza di figure professionali adeguate in uscita dal sistema scolastico, notata in altri settori?

"Nei vari comparti dell’artigianato c’è richiesta di manodopera – dice Zenoni – Tutti i mestieri, falegnami, autoriparatori, carrozzieri, impiantisti ecc.,  a differenza dei lavori meno specializzati, necessitano di un lungo periodo di apprendistato. Anche in un settore legato al nostro, com’è quello metalmeccanico, o in quello delle lavorazioni di materie plastiche, c’è grande ricerca di operatori su macchine a controllo numerico, di meccanici; tutti lavori con alto livello di professionalità, che si acquisisce in diversi anni di esperienza.

Le aziende faticano a trovare questo genere di personale perché i giovani, a quanto dicono gli imprenditori, non desiderano intraprendere questi percorsi professionali. Non scelgono le scuole adatte oppure, finito il loro percorso di studi, non scelgono questo tipo di attività, non ne sono attratti. Invece con questi percorsi potrebbero acquisire una professionalità e diventare anche imprenditori, non solo dipendenti".

I corsi di studio presenti nella Provincia corrispondono alle esigenze del mercato del lavoro?

"Abbiamo fatto diverse iniziative collaborando con le scuole. Alcuni progetti sono ancora in fase embrionale ma ci stiamo ragionando. Il problema – prosegue Zenoni – è avere delle aule – laboratorio che sono costose e complesse da allestire. Per entrare nello specifico delle professioni servirebbero macchinari molto particolari, che difficilmente una scuola può avere. Non avrebbe neanche senso che si dotasse di strumentazioni del genere; le attività artigianali subiscono un’evoluzione tecnologica continua, per cui è impensabile che le scuole stiano al passo.

Per questo motivo l’alternanza scuola – lavoro potrebbe essere uno dei percorsi più utili ed efficaci per imparare i mestieri artigiani. Per il settore commercio, somministrazione di alimenti e bevande, turismo, questi ultimi sono stati anni di difficoltà, soprattutto per le vendite al dettaglio.

Già prima lottavano con la grossa distribuzione, poi la pandemia ha abituato le persone agli acquisti on line. Per il turismo, al netto delle chiusure imposte dallo Stato con grosse perdite, soprattutto per le attività di montagna, quelle estive sono riuscite a lavorare e la nostra zona ha registrato una ripresa; per quelle invernali vedremo come andrà questa stagione. Il turismo di montagna ha avuto un lento e progressivo sviluppo negli ultimi anni; qui il collegamento fra scuola e mondo del lavoro c’è. Ci sono molti meno problemi anche per quanto riguarda le normative sulla sicurezza; questo facilita i percorsi di alternanza scuola - lavoro e di apprendistato, che nel settore turistico sono anche più brevi che in altri.

Un comparto andato bene  – ribadisce l’intervistato- è quello della lavorazione di materie plastiche e di metalli, anche per effetto delle difficoltà di esportazione delle materie prime da parte di Paesi stranieri. Alcune attività che negli scorsi anni erano state localizzate altrove sono tornate in Italia ed anche nella nostra zona".

Qualche esempio?

"Attività legate ai casalinghi, le rubinetterie con le attività connesse. Il problema – conclude Zenoni – è la grossa incertezza di questi momenti. È aumentato il lavoro ma le aziende hanno assunto quasi solo a tempo determinato. Nessuno si fida a investire per i prossimi cinque o dieci anni. Invece i settori benessere e alimentari hanno una tendenza alla crescita da tempo, anche per le azioni di difesa e valorizzazione di tipicità, marchi, prodotti biologici. Nella nostra zona non ci sono grandi aziende in questi comparti. Queste sono attività da imparare “sul campo”; nel Vco comunque esistono scuole, ad esempio quelle per panificatori e pasticceri".

Mauro Zuccari