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BERNA - 29-01-2022 -- Gli abbattimenti mirati e l’uso di cani pastore funzionano. Il ritorno del lupo sulle Alpi, con il quale gli allevatori devono fare i conti, è un fenomeno che in Svizzera, dove l’allevamento è una risorsa economica tutelata, è stato seriamente preso in considerazione in questi anni. Gli strumenti utilizzati dalle autorità per contenere le predazioni sono stati l’abbattimento degli esemplari più aggressivi, responsabili di uccisioni di bestiame, e l’impiego allargato dei cani pastore per monitorare le greggi. Secondo uno studio scientifico di Agridea e Fondazione Kora, cofinanziato dall’Ufficio federale dell’ambiente, tali misure sono state efficaci. L’analisi statistica sulla presenza del lupo, sugli esemplari abbattuti, sui capi di bestiame predati rispetto a quelli posseduti, e sul numero di animali selvatici presenti, hanno rivelato che nella maggior parte dei pascoli non vi sono stati attacchi. Esistono però alcune zone a rischio, in particolare negli impervi pascoli di montagna dove i cani pastore faticano a controllare gli animali e dove le greggi restano più a lungo. Quanto agli abbattimenti mirati, si riscontra che nel breve-medio periodo la misura ha funzionato, ma per verificare se avrà validità nel lungo periodo occorre proseguire lo studio con rigore, soprattutto sui branchi e non solo sui singoli esemplari.