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VERBANIA – 24.02.2016 – “Quelle dichiarazioni

non sono vere: i finanzieri mi hanno obbligato a farle, mi hanno fatto il lavaggio del cervello”. Da testimone rischia di diventare imputato e di finire a processo per falsa testimonianza e calunnia. È Massimo Osele, artigiano di Verbania chiamato oggi in tribunale a deporre nel processo a carico di Giuseppe Quattrocchi, accusato di detenzione e coltivazione di stupefacenti dopo che la Finanza in casa gli ha trovato quattro piantine di marijuana. Osele, conoscente e ex collega di lavoro in un’impresa edile, nel dicembre e nel gennaio del 2014 fu sentito dalle Fiamme Gialle perché, dai tabulati telefonici dell’imputato, risultavano contatti telefonici tra i due e in più Osele aveva avuto in passato a che fare con gli stupefacenti. Sentito come persona informata dei fatti, quindi non indagato e con l’obbligo di riferire la verità, disse in due circostanze che Osele era suo conoscente da oltre dieci anni e che, nel periodo in cui erano colleghi, aveva comprato da lui in due sole occasioni dell’hashish da fumare. Quando in aula oggi il pm Annamaria Rossi gli ha chiesto conto di questi rapporti, Osele ha negato. E ha negato anche quando, letti i verbali redatti dalle Fiamme gialle e da lui firmati, non solo ha cambiato versione, ma ha scaricato sui militari: “Mi hanno forzato, mi hanno tenuto due ore in caserma, hanno fatto riferimenti alla mia vita personale obbligandomi a dire quello che ho detto, che non è la verità”. Il pm ha chiesto immediatamente il confronto diretto con il maresciallo Giuseppe Cassiodoro, responsabile dell’ufficio. Quando questi ha raggiunto il tribunale e s’è trovato faccia a faccia, non solo ha confermato l’operato dei suoi sottoposti, ma è stato ancora accusato da Osele, che l’ha riconosciuto in colui che gli aveva fatto pressioni.

Il giudice ha deciso di rinviare l’udienza al 2 marzo per estendere il confronto ai tre sottufficiali della Gdf che verbalizzarono la sua testimonianza. Averli accusati potrebbe costargli una denuncia, oltre che per falsa testimonianza, per calunnia.

Questo “fuori programma” ha di fatto bloccato il processo a Quattrocchi, che riprenderà successivamente al confronto.