OMEGNA - 10-02-2022 -- Nonostante tutto, fino in fondo, con Paolo Marchioni. Ieri i massimi rappresentanti della Lega, cui s’è accodata Forza Italia, hanno diffuso la nota stampa che ricandida ufficialmente per un secondo mandato il primo cittadino del capoluogo del Cusio. Scelta “tutto sommato semplice e scontata” - hanno dichiarato Enrico Montani, Alberto Preioni e Paolo Marchesa Grandi, sottolineando il buon operato dell’Amministrazione uscente.
La notizia, in verità, è stata per certi versi inaspettata ed ha spiazzato perché nel fine settimana sembrava ormai fatto l’accordo per cui Marchioni, in rotta con alcune componenti (Fratelli d’Italia in primis) della maggioranza che l’aveva sostenuto cinque anni fa, si sarebbe fatto da parte lasciando spazio a Massimo Nobili, l’ex presidente della Provincia che, finita l’esperienza Fi-Pdl, da qualche anno è un tesserato del Carroccio.
Il suo progetto di stemperare gli animi e ricompattare il centrodestra nella competizione elettorale con cui il centrosinistra s’è già unito sul nome di Alberto Sorressi, è finito ancor prima di iniziare, nel momento in cui Nobili è stato raggiunto dall’avviso di chiusura indagini nell’inchiesta della Procura di Verbania sul fallimento Saia.
Anche se sono trascorsi 12 anni dalla fine del suo mandato di presidente della società mista pubblico-privata nata nel 1980 per la costruzione di zone industriali e artigianali, viene chiamato in causa, insieme ad altri tre indagati, con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Saia fu posta in concordato pieno liquidatorio omologato nel maggio del 2014 e, non completandosi il piano di liquidazione, dichiarata fallita nel febbraio del 2020 dal tribunale di Verbania su istanza di un creditore.
La relazione alla Procura redatta dal curatore fallimentare ha portato il pm Fabrizio Argentieri ad aprire un fascicolo e a rinnovare le indagini chiuse appunto nei giorni scorsi.
Tecnicamente questo passaggio è interlocutorio. Conclusa l’inchiesta, gli indagati possono visionare e avere copia del materiale accusatorio, portare elementi a loro favore e farsi interrogare. Spetterà poi al pm chiederne o meno il rinvio a giudizio che dovrà essere vagliato dal giudice dell’udienza preliminare.
Il passo indietro dell’ex presidente della Provincia è legato a valutazioni di opportunità, dal momento che questa vicenda giudiziaria maturata alla vigilia della campagna elettorale sicuramente non si concluderà, in un senso o nell’altro, prima delle elezioni.