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Pema Sherpa

MACUGNAGA - 11-02-2022 -- E' morto da solo, a 10mila chilometri lontano da casa sua. Lontano dalla moglie, dai due figli adolescenti, dalla famiglia che aveva lasciato per cercare in Italia una sorte migliore. Ma per Pema Sherpa non c'è stato scampo, il cuore l'ha tradito e lui non s'è svegliato. Aveva 49 anni ed è morto ai piedi del Monte Rosa, in un paesaggio di roccia e cielo che ai suoi occhi doveva ricordare casa, quel villaggio a 4500 metri dove era nato e cresciuto, in Nepal.
Quando il titolare della Locanda di Macugnaga, domenica scorsa non lo ha visto arrivare al lavoro, ha mandato un dipendente a cercarlo. Pema era a letto, la sua anima lo aveva lasciato. Il medico non ha avuto dubbi: infarto. Marco Argentiero, il titolare del ristorante dove il 49enne lavorava dal 18 dicembre scorso, non nasconde la tristezza: "Era un brav'uomo", dice al telefono mentre è di ritorno da Albagnano, sopra Verbania, il centro buddhista dove s'è appena tenuta la cerimonia funebre, celebrata da alcuni lama giunti appositamente da altre località. Il corpo invece sarà cremato a Domodossola e le ceneri trasferite in Nepal a spese del consolato. "In questi giorni sono entrato in contatto con la famiglia - racconta Argentiero -. Tramite un parente ho potuto contattare la moglie che mi chiedeva per Pema di mettere in pratica quella che chiamano 'cerimonia celestiale', che consiste nel lasciare il corpo agli avvoltoi. Le ho dovuto spiegare che qui in Italia proprio non è possibile una cosa del genere. Proverò a fare altro. Nei giorni scorsi avevo avviato una raccolta fondi su Facebook per permettere alle ceneri di Pema di tornare a casa, ma visto che se ne occuperà il consolato destinerò tutto quel che riesco a raccogliere alla famiglia. In Nepal con mille euro vivi un anno, spero di riuscire a risollevarli almeno un po'". Questo l'indirizzo della pagina, per chi volesse aiutare la famiglia di Pema: https://m.facebook.com/donate/431377702069661/?fundraiser_source=feed