PIEMONTE- 14-02-2022-- L'indennità parlamentare è stata introdotta in Italia nel 1912. Sin dal 1848, dopo l’emanazione dello Statuto Albertino, la funzione parlamentare era assolutamente gratuita perché era un grandissimo onore rappresentare la Nazione e lo si faceva gratuitamente.
L’indennità fu introdotta nel 1912 per la Camera e nel 1920 per il Senato, unificata poi per entrambi i rami del Parlamento nel 1925 in periodo fascista.
Infine, l’indennità è stata inserita in Costituzione, dopo ampio dibattito, all’art. 69: i membri del Parlamento ricevono una indennità stabilita dalla legge. Ma la Costituzione non stabilisce l’ammontare, che è deciso dal Parlamento per i suoi componenti.
La legge 1102/1948 stabilì una indennità di 65 mila lire e un rimborso spese per i giorni a Roma.
Nel 1965 fu approvata la Legge 1261 che mantenne i due capitoli differenziati: indennità e rimborso spese.
Attualmente un deputato della Camera percepisce mensilmente circa € 15.097,65 lordi di cui € 3.503,11 mensili come diaria per il soggiorno a Roma; € 3.690,00 per rimborso spese; viaggi gratuiti su autostrade, ferrovie, navi e aerei; € 1.300,00 circa mensili se deve percorrere più di 100 Km per l’aeroporto più vicino; circa € 100,00 mensili per il rimborso di spese telefoniche.
Al Senato, con pochissime differenze, l’indennità è molto simile.
In altro editoriale parleremo del vitalizio e del sistema pensionistico dei parlamentari.