VERBANIA – 22.02.2016 – Non un condono edilizio
(che è stato rigettato) ma una sanatoria giurisdizionale. È stata risolta una volta per tutte la “grana” degli spogliatoi e delle strutture costruite abusivamente al campo sportivo di Fondotoce. Il “caso” era sorto nel 2012, quando il dirigente comunale del Dipartimento servizi territoriali aveva dichiarato inagibile la struttura per la mancanza di autorizzazioni. Edificio in zona a vincolo paesaggistico, nessun progetto approvato e impianti non certificati erano alcuni dei rilievi mossi all’allora patron dell’Us Fondotoce, Gianmario Griggi, che nel corso degli anni nella struttura contigua al canale ha svolto numerosi lavori di miglioria, ampliando gli spogliatoi con il piccolo bar annesso, tettoia per ricovero mezzi e l’ufficio, sino a arrivare alla costruzione di una sorta di ristorante. Questi lavori non erano del tutto sconosciuti al Comune, che è entrato in possesso dell’area nel 2002 tramite esproprio, dandola sempre in convenzione al club fondotocese. Che fossero da regolarizzare lo si sapeva, tanto che il 1° ottobre del 1986 era stata avanzata una richiesta di condono. Richiesta rimasta pendente per quasi trent’anni e chiusa solo – con un diniego – nell’agosto del 2012, quando l’intera pratica è stata presa in mano dagli uffici, che l’hanno tenuta ferma sin quando, il 24 giugno 2014, la giunta Marchionini ha confermato l’utilizzo sportivo dell’area dando mandato di sanare gli immobili. Da quel momento la pratica s’è accelerata: è arrivato il parere della Soprintendenza, dell’Asl per la parte igienica, sono state commissionate perizie statiche e sugli impianti. E nei giorni scorsi è arrivato – firmato dallo stesso dirigente che aveva imposto lo stop – il via libera: gli spogliatoi non vanno demoliti per il principio dell’utilità pubblica (i costi della demolizione e della costruzione con progetti regolarmente approvati) e con la formula della già citata “sanatoria giurisdizionale”. Non un condono, perché quello non si poteva fare.