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SVIZZERA- 28-02-2022-- La Svizzera starebbe in queste ore preparando la propria risposta economico-finanziaria alla guerra nell’Europa dell’Est: una chiusura ai capitali russi in entrata in uscita di molti individui e società vicine a Vladimir Putin (ma non di tutti gli individui russi) e molte altre opzioni messe sul tavolo dalla diplomazia elvetica, in linea con le direttive dell’Unione Europea: ’’Gli Stati che rispettano il diritto internazionale devono poter contare sulla Svizzera. Fare il gioco dell’aggressore non è compatibile con la nostra neutralità’’ indica il capo di Stato Cassis in queste ore.

Dopo i primi paventati richiami di settimana scorsa, quando il capo della federazione elvetica fece appello con la frase ‘’neutrali ma non indifferenti’’ alla situazione in divenire nella guerra in Ucraina scatenata da un importante partner commerciale e economico rossocrociato come la Russia, nel fine settimana la risposta dal Consiglio Federale si è di fatto resa concreta. Nella giornata di oggi, lunedì 28 febbraio, in una riunione finale il consiglio elvetico ha ribadito la linea dura con Mosca, di fatto escludendo ai velivoli russi il volo anche nei cieli svizzeri.

Una situazione in cui alcuni referendum interni vedevano una maggioranza di favorevoli all’applicazione delle sanzioni, diventa reale uno dei primi segnali di apparente presa di posizione svizzera in una situazione internazionale, dopo addirittura decenni, se non secoli, di storica neutralità, concetto seppur modificato profondamente nel corso dei decenni di storia del 800-900.

La neutralità svizzera getta le basi dall’accordo di Vienna del 1815, quando le potenze europee decisero nella neutralità elvetica con il conseguente divieto di fornitura di mercenari da parte di Berna agli eserciti nazionali nelle eventuali crisi future.

Misure contenitive contro l’economia russa erano state prese in esame pure durante i primi conflitti nel Donbass del 2014, quando il Consiglio Federale non decise mai apertamente su di esse, ribadendo implicitamente la funzione diplomatica degli uffici di Berna a livello internazionale.

Ora però un decisivo cambio di rotta sembra essere stato intrapreso dal governo federale e potrebbe portare al completo isolamento di Mosca in Europa, siccome Berna rimaneva uno dei pochi ‘’buchi’’ ancora deisponibili per ricavare risorse per Mosca e gli oligarchi. Ad ora però i conti paiono rimanere ancora a disposizione di questi ultimi, che possono probabilmente ‘’smuovere’’ denaro ancora per poco dalle cassette di sicurezza elvetiche.

Vi.Manini