VERBANIA - 03-03-2022 -- Tensioni in aula, una lite in corridorio, l’intervento delle forze dell’ordine, del 118 e la sospensione dell’udienza. Attimi concitati, stamane, al tribunale di Verbania. nell’aula A, al primo piano, era in corso un processo per stalking tra vicini di casa. Sul banco degli imputati marito e moglie di Ghiffa, accusati di atti persecutori nei confronti d’una famiglia confinante: marito, moglie e figlia di 17 anni. Gli episodi risalgono al 2018 e al 2019, quando gli attriti tra i due nuclei sfociarono in fatti che, denunciati, hanno spinto la Procura a procedere per stalking. Scritte ingiuriose affisse al muro – come ”vade retro”, accompagnata da una testa d’aglio come se si trattasse di vampiri – dispetti e schiamazzi mentre sono presenti amici, insulti detti al di qua della rete sono alcune delle contestazioni per spiegare le quali, nell’udienza odierna, sono state ascoltate due delle tre parti civili. Attardandosi l’orario, il giudice Donatella Banci Buonamici ha disposto una sospensione di dieci minuti per rinviare i processi in coda.
Durante la pausa, attorno alle 13,30, dall’interno dell’aula si sono udite ripetute grida provenire dal corridoio, al punto che il magistrato ha mandato a chiamare carabinieri e Guardia di finanza dal piano superiore. La situazione è tornata sotto controllo ma l’imputata, sentendosi agitata, ha chiamato il 112 e, visitata da un equipaggio della Croce Verde, è stata accompagnata al Dea. A quel punto il giudice, annotandone il legittimo impedimento, non ha potuto proseguire nell’audizione dei testi perché è diritto di chi è accusato assistere all’intero procedimento.
L’udienza è stata aggiornata e si preannunciano querele da entrambe le parti. L’imputata lamenta d’essere stata aggredita dalle persone offese, che negano d’averla toccata. Secondo una prima ricostruzione l’alterco sarebbe nato perché la coppia a processo avrebbe cercato di riprendere i “rivali” mentre uscivano dalla stanza dei testimoni, dove s’erano chiusi dentro a inizio pausa e dove avrebbero parlato tra di loro del processo, fatto vietato perché solo due di loro avevano già testimoniato e il terzo stava per farlo.
Il pm Anna Maria Rossi ha chiesto alla Guardia di finanza di acquisire i filmati delle due telecamere del corridoio, che potranno chiarire l’accaduto.