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fabbri alagua

MONTECRESTESE- 06-03-2022-- In attesa della neve, in grave ritardo, ci godiamo le condizioni estive della montagna, almeno fino a quota 1600 e sui versanti esposti a sud. Si tratta, però, di una magra consolazione per chi, come noi, ama la montagna nelle condizioni giuste per la stagione, ovvero verde d’estate e bianca d’inverno. Alagua è un angolo di paradiso, un meraviglioso balcone panoramico sulla Val d’Ossola.

GITA N. 64 O 24 ALAGUA

DICEMBRE 2021

Dislivello: 900 m. Tempo: 3 h 30'.

E’ l’ultima gita del 2021, il secondo anno tormentato dalla pandemia, che abbiamo affrontato con giudizio, rinunciando quando necessario e evitando “ammucchiate” quando Speranza e Locatelli ci consentivano di uscire di casa. Come soleva dirsi, siamo tutti maggiorenni e vaccinati, nel vero senso della parola.

E poi la montagna insegna tante cose, fra le quali la calma, il rifuggire le ossessioni, come quelle adesso imperanti di tamponi e vaccini, il parlare anche di cose diverse dal covid 19. Con questo spirito ci ritroviamo in orario tranquillo in quel di Pontemaglio, 370, sulla sinistra orografica del Toce.

Abbassa l’età media dei cinque anziani la nostra fedele badante, unica rappresentante odierna dell’etnia verbanese. Gli altri lacustri prediligono la neve, anche quando non c’è. Il sentiero, a tratti molto ripido, scalda subito i muscoli intorpiditi dagli ozi natalizi e, in meno di mezz’ora, ci porta a Veglio, 540.

In questa frazione di Montecrestese, abbandonata a metà del secolo scorso per il timore, pare infondato, di frane, ci sono segnali di risveglio e sono in corso delle ristrutturazioni. Sopra le case incrociamo la pista sterrata che sale da Montecrestese verso una cava più a nord. Al di là della strada imbocchiamo quasi subito il sentiero, sempre evidente, che sale verso nord e, in poco più di un’ora, ci porta ad Alagua, splendido alpeggio distribuito su un vasto balcone panoramico verso la Valdossola a sud e il gruppo del Cistella a nord ovest.

Le baite sono distribuite fra quota 1050 e quota 1200. Le betulle si stanno impadronendo del prato, a sua volta devastato dai cinghiali, che sono un gioco per i cacciatori e una maledizione per chi lavora in alpeggio. Il nostro programma odierno prevede adesso un tour guidato con visita al laghetto, un po’ più a nord delle prime baite, ed agli altri gruppi di baite, fra radure paludose, prati e boschetti.

Le baite più in alto si trovano in prossimità della strada asfaltata che, in direzione sud est, sale verso Coipo. Alle baite intermedie un cartello segnaletico regala generosamente qualche decina di metri di quota. Dopo aver dedicato mezz’ora al tour, riprendiamo il cammino tornando a Veglio in quaranta minuti lungo il sentiero di salita.

Incrociamo la strada sterrata sopra le case e teniamo la sinistra (sud). Dalle parti dell’Oratorio di San Marco, 533, pranziamo al sole, con tutta calma. Siamo in maglietta, come a luglio, con temperatura intorno ai venti gradi. Non ne siamo particolarmente entusiasti, pensando che siamo a fine dicembre e non nell’emisfero australe, dove adesso trionfa l’estate.

Per consentirci un sia pur modesto anello anche oggi, riprendiamo la discesa lungo la strada che scende verso Montecrestese. Dopo meno di mezz’ora, poco prima di arrivare alla frazione Chezzo, incrociamo la bella mulattiera che ci fa invertire la rotta verso nord e, in venti minuti, ci riporta a Pontemaglio.

A casa dell’ex alpinista acciaccato brindiamo alla fine di uno strano 2021 ed all’inizio di un 2022 che speriamo ci riporti una parvenza di normalità, anche se le premesse non sembrano ottimali.

Gianpaolo Fabbri

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