VERBANIA – 01.03.2016 – È l’atto amministrativo
più importante, uno snodo cruciale sia per amministrare la città e misurare i propri progetti, sia per provare la solidità politica di una maggioranza. Il bilancio del Comune di Verbania, che ufficialmente ancora non c’è, fa già discutere. I primi segnali pubblici di un certo malessere vengono, manco a dirlo, dalla minoranza. Oggi il consigliere comunale di Sinistra & Ambiente Renato Brignone s’è pubblicamente lamentato dell’annunciata riunione del Consiglio del Quartiere Verbania Ovest del 9 marzo in cui verrà, appunto, presentato il bilancio. Ma come – si domanda Brignone – nessuno di noi consiglieri di minoranza sa nulla e già si parla della presentazione ai Quartieri?
La domanda, che sta nella normale dialettica politica e attiene al gioco delle parti, può suonare retorica, ma meno di quanto si pensi. Lo stesso interrogativo, infatti, se lo pone il correntone del Pd che dopo le dimissioni di Riccardo Brezza e Davide lo Duca ha scelto una linea di rigoroso controllo politico-amministrativo sull’operato del sindaco Silvia Marchionini in contrasto col suo “decisionismo” che in quasi due anni di Amministrazione ha portato a delibere approvate non sempre con convinzione, a volte mal digerite, in altre occasioni ingoiate come rospi amari.
Questa sera, nell’assemblea dei democratici verbanesi che dovrà discutere del futuro dei cinque saggi e delle prossime elezioni del nuovo segretario, il secondo punto all’ordine del giorno è il bilancio, di cui qualche accenno era già stato presentato nella tesa riunione di maggioranza di due venerdì fa, quella in cui maturò lo strappo sul forno crematorio. Il bilancio è, però, già inserito nell’ordine del giorno della giunta che si riunirà giovedì e che, verosimilmente, l’approverà per avviare il tour di presentazione nei Quartieri e l’iter di approvazione in Consiglio. Questi tempi ristretti, una sorta di marcia forzata, non piacciono a una parte del gruppo Pd, che il bilancio lo vuole leggere, soppesare e discutere. Anche perché, a quanto filtra dall’entourage del sindaco, conterrebbe qualche elemento di rottura. Il più rilevante riguarda gli asili nido e la proposta choc di abbattere le rette per tutti i fruitori residenti assorbendo il disavanzo nelle casse pubbliche. Un asilo nido a prezzo politico, a prescindere dal reddito, è la mossa che ha in animo Marchionini e che non è ancora stata affrontata, così come il piano delle alienazioni. L’Amministrazione, alla disperata ricerca di denaro fresco da reinvestire in opere pubbliche, oltre all’Ufficio turistico, vorrebbe vendere l’ex stazione dei carabinieri di Pallanza, situata a fianco delle medie Cadorna e di fronte alla Casa circondariale. Da questi due immobili si conta di ricavare quasi 1,5 milioni.