PIEMONTE - 22-03-2022 -- In occasione della Giornata mondiale dell'acqua, Arpa Piemonte ha fatto il punto della situazione idrica della regione.
L’incremento delle temperature e l’aumento della frequente di periodi di non pioggia, connesse ai cambiamenti climatici in atto, stanno determinando sempre più spesso episodi di siccità con conseguenti impatti sulla disponibilità di risorsa idrica e risvolti negativi sull’attività produttiva in campo agricolo e sull’ambiente.
Alla luce dei dati raccolti dall’Agenzia: un autunno 2021con precipitazioni leggermente al di sotto della norma climatica degli ultimi 30 anni, circa un terzo delle quali concentrate nell’evento alluvionale del 3-5 ottobre; una stagione invernale 2021/2022 le più anomale mai osservate negli ultimi 65 anni, caratterizzata da un marcata anomalia positiva nelle temperature e un forte deficit pluviometrico, accompagnata a numerosi episodi di fohn che, dalle Alpi, si è spesso spinto fino alle pianure del nord Italia.
Infine, un inizio di primavera ancora una volta avaro di precipitazioni, tanto che il contatore delle giornate consecutive in Piemonte con precipitazione media inferiore a 5 mm ha raggiunto il valore di 104, il terzo più lungo degli ultimi 65 anni.
Non sorprende che un periodo così lungo caratterizzato da precipitazioni scarse se non addirittura assenti abbia finito per erodere sensibilmente le risorse idriche in regione con impatti importanti che stanno iniziando ad interessare anche il settore idropotabile e che mettono in allerta in vista dell’apertura della stagione agricola.
Dopo che l’inverno 2021-2022 si è chiusa con un deficit pluviometrico importante di circa il 70% rispetto alla norma del periodo, e questo solo grazie alle precipitazioni cadute nella prima decade di dicembre, la siccità è proseguita anche nel mese di marzo nel quale finora sono caduti soltanto 8.5 mm medi di neve e pioggia in regione che lo pongono come il 6° marzo più secco degli ultimi 65, molto vicino ai 8.1 mm del marzo 2021. Si tratta di un deficit percentuale medio del 90% sulle pianure e sugli Appennini e di circa il 60% sulle Alpi.
Se questo periodo prolungato di scarsità di precipitazioni proseguisse quindi fino a fine mese come ci suggeriscono le previsioni meteorologiche a medi temine, gli indici di anomalia della precipitazione a 3 mesi e a 6 mesi mostrano come la maggior parte dei bacini della regione verrebbe a trovarsi in condizioni rispettivamente di siccità estrema e di siccità moderata.
Sulla scala dei 6 mesi sono ancora le precipitazioni di ottobre e novembre ad evitare di far cadere il territorio piemontese in siccità severa