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piana vigezzo fabbri

VIGEZZO- 27-03-2022-- Un percorso spesso trascurato perché si sale più comodamente in ovovia. I bellissimi boschi di Val Vigezzo riservano sempre sorprese, belle o brutte a seconda delle opinioni di chi li frequenta. Una nuova pista agro silvo pastorale sale verso La Piana. Chissà se proseguirà per il Pizzo Ruggia?

GITA N. 67 O 24 La Piana di Vigezzo

GENNAIO 2022

Dislivello: 900 m. Tempo: 4 h 15'. Sviluppo: 11 km.

Ancora una splendida giornata! Il che è veramente preoccupante: l’ultimo fiocco di neve è sceso dal cielo un mese e mezzo fa. Poco freddo, niente neve, tanta siccità! Oggi siamo in doppia cifra. Cinque anziani godono della compagnia di due forti signore, di un esordiente nel gruppo, di due medici prestigiosi e di un ex alpinista.

Dopo un caffè al bar Orso Bianco saliamo al parcheggio di fronte alla chiesa di Vocogno, frazione di Craveggia, quota 890. Prima dell’alto ponte sul Riale di Vocogno saliamo a sinistra in mezzo alle case e ne usciamo su una ripida strada, che più avanti sarà mulattiera e sentiero M27. La salita sarà tutta in presa diretta, con brevissimi tratti che consentiranno di tirare il fiato. Alla nostra sinistra, a breve distanza, si trova l’ovovia fra Prestinone e La Piana.

A quota 1265 incontriamo il bivio per l’Alpe Monte Nero, a destra. Noi teniamo la sinistra e proseguiamo su M27. Ci concediamo una brevissima pausa colazione, perché l’avanguardia oggi sembra avere fretta. Dopo meno di due ore dalla partenza siamo a La Piana di Vigezzo, 1725.

Qui la pausa è un po’ più lunga e ci guardiamo intorno, sconcertati dai pendii del Trubbio in veste autunnale e estasiati dallo splendido panorama. Uno strato modesto di neve compatta consentirà di sciare nel fine settimana nel canalone che scende verso nord ovest. Torniamo sui nostri passi e lasciamo alla nostra sinistra il sentiero percorso in salita, imboccando una pista sterrata pianeggiante diretta ad occidente. Arriviamo rapidamente alle baite più alte dell’Alpe La Colma di Fuori.

Qui ci sono cartelli indicatori per La Cima, l’Alpe La Colma di Dentro e Arvogno. C’è anche una villa, non baita, che ha la fortuna di avere una pista agro silvo pastorale, in costruzione, che passa a pochi metri. E, appunto, c’è questa perla di pista di cui avevamo visto iniziare la costruzione nell’autunno del 2020 in località Promez di Toceno. Mi dicono che arriverà a La Piana. Scopriremo a cosa servirà. Per ora sta solo devastando bellissimi boschi di conifere e di faggi. Sentiamo il rumore dei mezzi meccanici al lavoro fra noi e La Piana.

Il sentiero M 25 della GTA nella parte alta è parzialmente distrutto, ma più in basso troveremo poi qualche raccordo ben fatto fra strada e sentiero. Almeno questo! Per il resto interverrà sicuramente il CAI con atti concreti a difesa del territorio montano, come prevede il suo statuto. Scendiamo al primo gruppo di baite sottostanti, a quota 1640, e qui pranziamo al riparo dall’arietta frizzante di nord ovest (mezz’ora da La Piana).

Allietano la nostra pausa la scrupolosa e lenta cerimonia di ri-allacciatura degli scarponi da parte di un esperto ex alpinista e la degustazione della sua grappa contenuta nella borraccia ufficiale dell’ex partito comunista. Riprendiamo la discesa passando dai cartelli segnaletici dell’Alpe Colma di Fuori, 1588, e tagliando ripetutamente l’orrenda strada. Quella che percorriamo verso Promez mi fanno osservare che, più che una mulattiera, è una “stra’ di vacc”. La mulattiera, infatti, dovrebbe avere una pendenza non superiore al 12%, per evitare eventuali scioperi dei muli.

In poco più di un’ora siamo a quota 1050, al disopra della strada per Arvogno, in località Promez di Toceno. Lasciamo il sentiero M 25 e restiamo qualche decina di metri più in alto delle ultime case, percorrendo una sterrata più o meno pianeggiante verso oriente. Ci abbassiamo a una strada asfaltata sottostante e saliamo rapidamente ad un piazzale. Di qui imbocchiamo sulla destra un sentierino che, fiancheggiato in basso da un recinto dove vive una mandria di yak in pausa invernale, costeggia il vallone del Rio Bondone e ci porta sul lungo rettilineo fra Toceno e Craveggia, proprio al confine fra i due comuni.

Qualche centinaio di metri e siamo al parcheggio (tre quarti d’ora). All’Orso Bianco concludiamo la giornata brindando al nuovo entrato nel gruppo.

Gianpaolo Fabbri

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