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cota roberto

È in discussione in Parlamento la riforma del CSM e la strada sembra in salita. Il pomo della discordia è il meccanismo di nomina dei componenti togati. Oggi vengono eletti dai magistrati sulla base di una spartizione correntizia. Il correntismo nella magistratura è sotto accusa perché è considerato il simbolo della magistratura politicizzata. Una magistratura politicizzata rompe l’equilibrio della separazione dei poteri e mette in dubbio l’imparzialità delle decisioni. Quello che è successo in questi anni e gli ultimi fatti emersi anche attraverso il caso Palamara hanno portato la credibilità del sistema giudiziario ai minimi storici.

In un contesto come questo, due cose dovrebbero essere evidenti a tutti. La prima, i componenti del CSM non dovrebbero più essere scelti per appartenenza correntizia; la seconda, la magistratura dovrebbe applicare le leggi che approva il Parlamento senza cercare sempre di condizionarne le scelte. Il sorteggio (meno temperato è, e meglio è) è l’unico modo per arginare correnti ed intrighi vari. Inoltre, nei mesi scorsi si è verificato un fatto altamente indicativo: l’Associazione Nazionale Magistrati ha indetto un referendum per sapere che cosa ne pensano i magistrati relativamente, appunto, al sorteggio. Avrebbe dovuto essere un plebiscito per il no, ma il 42 % si è espresso a favore. Apprezzate le circostanze, un segnale fortissimo. Avanti tutta con le riforme. O adesso, o mai più.

Buona domenica e buona settimana.

Roberto Cota