VERBANIA - 30-03-2022 -- Due anni di carcere senza la sospensione condizionale. È severa la pena con cui il Tribunale di Verbania ha giudicato la condotta di un imprenditore del Verbano che aveva denunciato il suo legale. Roberto Paris, 56enne conosciuto per aver gestito in passato bar e ristoranti anche a Verbania, s’era rivolto all’avvocato Beniamino Ricca per risolvere una pendenza economica che aveva con una società di assicuratori di Verbania. S’aspettava di ricevere una certa somma di denaro – 30.000 euro all’incirca – per un contenzioso instaurato già nel 2009.
Il legale aveva citato la società e poi avviato una trattativa finalizzata a risolvere bonariamente la controversia. Successivamente, però, comunicò al cliente che non s’era giunti a un accordo e che sarebbe proseguita la causa civile. Paris, addossando le responsabilità al professionista incaricato, non si limitò a protestare. Il 25 marzo del 2017 si presentò in questura e denunciò Ricca per patrocinio infedele, sostenendo che un accordo in realtà era stato trovato sulla somma di 25.000 euro, che lui l’aveva accettato ma che, a sua insaputa, il difensore l’aveva respinto.
Una volta venuto a conoscenza dei fatti l’avvocato, anche a seguito dell’archiviazione dell’accusa di patrocinio infedele, lo querelò a sua volta per calunnia, quel reato che commette chi denuncia all’autorità giudiziaria una persona sapendola innocente.
Nel processo che s’è tenuto davanti al giudice Donatella Banci Buonamici, Paris, difeso d’ufficio dall’avvocato Giuseppe Bozzola, ha negato ogni addebito dicendo d’essere in possesso della registrazione di un colloquio tra lui e uno degli assicuratori in cui questi gli aveva riferito che l’intesa sulla somma c’era. Esaurito il dibattimento, l’imputato oggi ha voluto rilasciare spontanee dichiarazioni in cui ha ribadito le accuse di scorrettezza e slealtà a Ricca, difeso dall’avvocato Gabriele Pipicelli, adombrando anche che i testimoni intervenuti durante il processo abbiano mentito.
Per questo suo comportamento il pm Anna Maria Rossi, oltre a due anni di carcere, ha chiesto che gli venissero negate le attenuanti e la sospensione condizionale della pena, come poi deciso dal giudice, che ha liquidato in 8.000 euro il danno patito dall’avvocato Ricca, cui dovranno essere pagate anche le spese di costituzione di parte civile.