VERBANIA – 03.03.2016 – Morto sul colpo,
accidentalmente e già un mese fa. L’autopsia eseguita stamane dal medico legale Carola Vanoli ha risolto definitivamente il mistero della scomparsa di Paolo Rindi. Il ventenne studente universitario varesino che non aveva dato più traccia di sé dal 1° febbraio scorso, scomparendo dai boschi della Val Grande, già in quel giorno, o in quello successivo al massimo, era stato vittima della montagna. S’era avventurato in un sentiero non segnalato e poco battuto nella zona di Ponte Borlino e lì, in un punto scosceso che conclude lo strapiombo sul greto del rio Pogallo, è scivolato e caduto, morendo sul colpo per le ferite riportate. Dalla salma sono stati prelevati campioni da sottoporre a analisi, ma l’esame autoptico può dirsi concluso e, non sussistendo dubbi sulle cause e sulla data della morte, si attende solo il via libera dal sostituto procuratore che cura le indagini per programmare l’ultimo saluto a Paolo.
Ieri sera, intanto, alla trasmissione “Chi l’ha visto?” è andato in scena il servizio sul caso Rindi realizzato dalla redazione con immagini registrate in Val Grande e con le testimonianze raccolte a Varese tra gli amici e i conoscenti, compreso Giacomo – detto Jack – l’amico che doveva raggiungere Paolo in Val Grande ma che, una volta nei boschi retrostanti Cicogna aveva perso la strada e era rientrato.