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cota roberto

Per i referendum si vota il 12 giugno. Si respira una certa aspettativa politica, soprattutto perché i quesiti attengono ad una materia, la giustizia, per la quale è forte il desiderio di cambiamento. I referendum servono soprattutto a dare un segnale, a tracciare una linea. Una vittoria dei sì certificherebbe il sostegno popolare ad una riforma in senso garantista. Ciò, a prescindere dai singoli quesiti (che riguardano le modalità di presentazione delle liste per il Csm, le misure cautelari, la separazione delle funzioni tra Pm e Giudici, la legge Severino ed il meccanismo di valutazione dei magistrati).Il problema, però, è quello del raggiungimento del quorum del 50% degli aventi diritto necessario per la validità della consultazione, la vera “bestia nera” per tutti i promotori di referendum abrogativi. Si voterà in contemporanea con il primo turno delle elezioni amministrative. Si tratta di un fatto positivo, sia perché l’ abbinamento porterà ad un risparmio di circa 200 milioni di euro, sia perché sarà più facile il raggiungimento del quorum. Non bisogna tuttavia cantare vittoria. Allo stato il voto è previsto nella sola giornata di domenica e non anche il lunedì; questo è un problema perché il periodo estivo rischia di essere fortemente penalizzante dal punto di vista della partecipazione. Poi, le elezioni amministrative riguardano solo 982 Comuni e neppure una città con più di un milione di abitanti. Infine, a causa della guerra in Ucraina e di una certa pigrizia a ritornare, dopo il Covid, alle campagne elettorali o referendarie, l’attenzione rispetto all'appuntamento è piuttosto scarsa. I prossimi giorni saranno determinanti. E’ un’occasione da non perdere e bisogna concentrare gli sforzi.

Buona domenica e buona settimana.

Roberto Cota