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violenza donne

DOMODOSSOLA- 04-02-2016- La Cooperativa la Bitta Presenta per il secondo anno

consecutivo i dati ricavati dal monitoraggio delle vittime di violenza, residenti nella provincia del Verbano Cusio Ossola, che si sono rivolte al servizio “Giù le Mani” nel 2015: “Le donne prese in carico nel 2015 sono 20 (meno 6 rispetto al 2014), e 3 gli uomini, per un totale di 23 vittime; di queste, 22 sono italiane (compresi i 3 uomini), una donna è straniera. Dei 23 maltrattanti (tra cui 3 donne), 22 sono italiani, un uomo è straniero. L’età media delle donne prese in carico nel 2015 è di 49 anni (dai 30 ai 63 anni), degli uomini vittime 66 anni (da 60 ai 76); l’età media degli uomini maltrattanti: 51 anni (da 36 a 60). 2 donne presentatesi nel 2014, che ancora non avevano concluso il percorso, l’hanno concluso nel 2015, 3 l’hanno interrotto nel 2015. Tutte le persone accolte dal servizio “Giù le Mani” nel 2015, stanno continuando il percorso. 10 sono state le denunce nel 2015.

Il bacino di utenza comprende le tre aree della provincia del Verbano Cusio Ossola, con percentuali più alte per i comuni di Domodossola, Villadossola e Verbania, così come per il 2014. Verosimilmente perché più popolati territorialmente e più vicini alle sedi del servizio “Giù le mani”: Casa don Gianni a Domodossola ed Egocentro a Verbania

I mariti risultano responsabili della quota più elevata – il 65,22% - di tutte le forme di violenza, così come nel grafico “Tipologia reato”, seguiti dagli ex mariti (8,70%). Ex aequo con gli ex mariti, i vicini di casa/azienda (per stalking). Seguono, con percentuali uguali, gli altri soggetti.

Di conseguenza il luogo del reato è, per più dell’80%, l’abitazione. Al primo posto, nel 2015, spicca la violenza fisica associata a quella psicologica, come per il 2014, ma con percentuale diversa rispetto all’anno precedente. Seguono (sempre per il 2015), con percentuali uguali, la violenza psicologica, la violenza fisica, lo stalking e un mix di violenze psicologica, fisica ed economica; poi la violenza psicologia associata a quella economica. Infine, in percentuali minori, la combinazione di diverse tipologie di violenza, tra le quali i “sabotaggi in azienda”.

Si è ampliata dunque la rosa di “reati” che nel monitoraggio 2015 conta 10 tipologie a fronte delle 7 del 2014.

I costi sociali ed economici della violenza sono enormi e hanno effetti a cascata sull’intera società: la perdita di autostima con conseguente inabilità al lavoro, la perdita di indipendenza economica, la modificata capacità di avere cura di sé e dei figli, questi i danni principali che colpiscono le donne.

Cosa si può fare per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne? Innanzitutto incoraggiare la cultura della non violenza negli adulti e nei giovani e promuovere una maggiore uguaglianza tra donne e uomini, poiché la violenza sulle donne ha profonde radici nella disparità tra i sessi all’interno della società.Poi bisogna continuare a monitorare il fenomeno, diffonderne la conoscenza e fare prevenzione, soprattutto nelle scuole, continuare a formare gli operatori per aumentare la qualità e l’efficacia del servizio, attivare ogni strategia per diminuire il sommerso, che viene stimato di molto superiore a quanto si registra.

Che cosa può essere efficace oggi invece? Incoraggiare la denuncia, fornire alle vittime di violenza assistenza sia psicologica sia pratica, e tutti gli strumenti che le aiutino a “scegliere la denuncia” e a intraprendere il lungo percorso che consenta loro di allontanarsi da un ambiente violento.

In parallelo perseguire penalmente gli aggressori. Infine l’appartenenza a reti allargate consente ai servizi di confrontarsi, definire protocolli di intervento efficaci, diffondere cultura e aumentare le azioni di prevenzione. Per questo La Bitta, con il servizio “Giù le mani”, aderisce a “Tiziana vive” rete fondata dopo l’uccisione di Tiziana da parte del marito, nel 2013 a Landriano.

“Tiziana vive” è un’Associazione e una rete di Enti e persone reagenti alla violenza a donne e bambini. I suoi membri, ad oggi, sono: City Angels, Tiarè, Meti, Casa Editrice Mamme Online, La Bitta, Soleterre, Pangea, Amici dei Bambini, L’isola che non c’è, Altreconomia. Con l’obiettivo di limitare questi danni e restituire alle donne colpite da violenza e alle vittime in genere, autostima, dignità e autonomia, lavora il servizio “Giù le mani”.

 

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