VERBANIA - 17-04-2022 -- Arrivano le prima condanne dei “furbetti” del reddito di cittadinanza. A tre anni dall’entrata in vigore della legge fortemente voluta dal Movimento 5 e varata dal primo governo Conte (quello gialloverde), approdano nelle aule giudiziarie i procedimenti penali nei confronti di chi, aggirando le norme, ha percepito indebitamente somme non dovute. È il frutto dei controlli avviate dalle forze dell’ordine. In primis dalla Guardia di finanza di Verbania che svolse controlli a tappeto nel 2020 rilevando una serie di irregolarità. Tra queste quella di un 49enne d’origine campana ma residente nell’alto Verbano che, appena uscita la legge, presentò domanda per ottenere l’assegno mensile, che l’Inps calcolò sulla base della situazione reddituale della sua famiglia. Situazione cambiata nel tempo perché, già nell’estate 2019, la moglie trovò impiego presso un’azienda privata e lui stesso, a inizio 2020, fece lo stesso venendo assunto da una cooperativa. Queste circostanze sarebbero dovute essere comunicate all'Inps che, rivedendo la Dsu (la Dichiarazione sostitutiva unica che determina il reddito familiare), avrebbe rimodulato o tolto il sussidio del reddito di cittadinanza.
Scoperto e rinviato a giudizio, il 49enne è stato condannato in primo grado in un processo con rito abbreviato a 5 mesi e 10 giorni (pena sospesa).