ROMA - 19-04-2022 -- Ordinanza annullata: nessuna custodia cautelare e la parola di nuovo a Torino. Con il deposito del solo dispositivo -le motivazioni arriveranno più tardi e chiariranno meglio la situazione- stamane la Cassazione ha reso nota la decisione sul ricorso dei difensori di Luigi Nerini ed Enrico Perocchio contro l’ordinanza del Tribunale del Riesame che, in ottobre, aveva stabilito per loro gli arresti domiciliari, ribaltando la prima decisione del gip di Verbania di non convalidare i fermi disposti dalla Procura di Verbania il 26 maggio, a tre giorni dallo schianto.
Gli ermellini, letti i ricorsi degli avvocati degli indagati e le memorie della Procura, hanno annullato l’ordinanza di Nerini, socio unico e amministratore delle Ferrovie del Mottarone, rimandandola al Tribunale del Riesame di Torino per un nuovo giudizio di merito; e hanno annullato quella di Perocchio, il consulente esterno e direttore d’esercizio, ma solo per la parte in cui si stabilisce il tipo di misura applicata, rimettendo la decisione sempre ai colleghi subalpini.
In attesa di capire su quali punti la Cassazione ha accolto la linea della difesa e su quali ha contestato la decisione del Riesame, l’ordinanza afferma innanzitutto che è necessario rivedere il giudizio espresso dai magistrati torinesi. Diversamente gli ermellini avrebbero cassato in toto l’ordinanza, senza alcun rinvio. Il rinvio per Nerini è pieno, nel senso che si dovrà discutere della consistenza del quadro probatorio; mentre per Perocchio, contro il quale hanno retto gli indizi raccolti in fase di indagini tali da giustificare un provvedimento, si dovrà solo discutere quale misura cautelare è necessaria.
È bene chiarire che questo pronunciamento, nonostante arrivi a quasi un anno dai fatti, riguarda esclusivamente le misure cautelari. Si deve cioè stabilire se sussistono le condizioni di legge (rischi di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato, o il pericolo di fuga) per cui i due indagati -il terzo Gabriele Tadini, è stato a lungo ai domiciliari e ora è libero per decorrenza dei termini- debbano essere privati (e in quale forma) provvisoriamente della libertà personale in attesa che si giunga a un giudizio definitivo.
L’accertamento delle responsabilità è tutta un’altra partita che si sta giocando nell’incidente probatorio che verrà discusso il 14 luglio davanti al giudice Annalisa Palomba. Per quella data non sarà scritta la parola fine sulla lunga querelle iniziata nella notte del 29 maggio, quando il gip Donatella Banci Buonamici non convalidò i fermi di Nerini, Perocchio e Tadini (quest’ultima messo comunque ai domiciliari) inducendo il procuratore capo Olimpia Bossi e il sostituto Laura Carrera a rivolgersi al Riesame e, a fronte di una diversa ordinanza, a spingere gli indagati a impugnare a loro volta. Per il Riesame-bis e l’eventuale Cassazione-bis ci vorranno altri mesi.