DOMODOSSOLA - 27-04-2022 -- Con la posa di un cartello che racconta la storia dello slargo sul quale si affaccia Palazzo di Città, è stata completata la riqualificazione della piazza Repubblica dell'Ossola.
Il testo
Sottoposta ad un intervento di riqualificazione che la integra alla Piazza Repubblica dell’Ossola, quest’area è rimasta nella memoria collettiva come “Piazza ex carceri” per la presenza dell’antico Regio Carcere Mandamentale fino alla primavera del 1956.
Nel periodo 1943 - 1945, in questo carcere furono detenute alcune famiglie di ebrei italiani arrestati mentre tentavano di cercare rifugio nella vicina Confederazione Elvetica per sfuggire alle persecuzioni razziali attuate dai nazi - fascisti.
Da qui partirono uomini, donne, adolescenti e bambini vittime dell’odio razziale o della scelta di lottare per la libertà, deportati nei campi di sterminio e annientati dalla violenza nazista.
La targa murale ricorda i giovani Antonio Scapin (22 anni) di Masera, Renato Bertolotti (18 anni) di Besozzo, Luigi Francioli (25 anni) di Domodossola, detenuti e fucilati per rappresaglia dai tedeschi nel cortile interno del carcere il 26 agosto 1944.
La mattina di sabato 26 agosto, alle h 9.30, un plotone nazista entra nelle carceri mandamentali, preleva a caso un ostaggio (Antonio Scapin), lo trascina in cortile, lo sbatte contro il muro e lo fucila. Sono appena suonate le h 12.00. L'abominio si ripete. Gli ostaggi, questa volta, sono due, Renato Bertolotti e Luigi Francioli. Anche loro vengono fucilati.
La Piazza Repubblica dell’Ossola, dove ha sede il Palazzo di Città, ci rimanda all’autunno del 1944, quando nel breve tempo di sei settimane si realizzò l’esperimento di autogoverno democratico della “Giunta Provvisoria di Governo dell’Ossola”.
L’attività della Giunta Provvisoria di Governo, presieduta da Ettore Tibaldi con la partecipazione di personaggi di rilievo nazionale dell’antifascismo, futuri protagonisti della nascita della Repubblica Italiana, andò ben oltre l’ordinaria amministrazione, destando l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica internazionale.
Il territorio liberato venne però riconquistato dai nazifascisti nel mese di ottobre e in quei giorni caotici, temendo rappresaglie sui civili, in collaborazione con le autorità della vicina Svizzera e la Croce Rossa dei due Paesi, fu organizzata una vera e propria operazione umanitaria che portò oltre confine circa 2500 bambini italiani dai 4 ai 14 anni, accolti nella Confederazione Elvetica da centinaia di famiglie.
La Svizzera offrì rifugio anche a migliaia di persone tra combattenti e popolazione civile, confermando la sua antica tradizione di ospitalità, ed ancora oggi Domodossola e l’Ossola intera ricordano come un dono straordinario il calore della solidarietà umana e l’aiuto fraterno generosamente offerto in quel difficile momento.
Per la sua partecipazione alla lotta di resistenza, culminata nel significativo episodio della zona liberata, nel settembre 1945 la Valle dell’Ossola venne decorata di Medaglia d’Oro al Valor Militare. La decorazione fu assegnata alla Cittá di Domodossola, quale capoluogo della regione interessata.