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VERBANIA - 03-05-2022 -- L’esame del sangue cui fu sottoposta in ospedale, a distanza di tempo dall’incidente, non è attendibile per stabilire se guidasse in stato di grave ebbrezza. S’è chiusa con un’assoluzione perché il fatto non costituisce reato la disavventura al volante di una 34enne svizzera residente in Canton Ticino.

Nella notte del 16 febbraio del 2020, poche settimane prima che la pandemia costringesse al lockdown, con l'auto di un congiunto stava rincasando da una serata trascorsa in Italia. Poco prima dell’una, quando ormai era arrivata a Cannobio, perse il controllo del veicolo e, uscito di strada, il mezzo rotolò oltre la carreggiata sino a fermarsi, su un fianco, in riva al lago. Per i soccorsi ci volle tempo e le manovre di recupero della donna e del veicolo furono laboriose. Sospettando che la causa del sinistro fosse l’alcol e non potendo effettuare il test nell'immediato, le forze dell’ordine affidarono i rilievi ai medici dell’ospedale “Castelli” di Verbania, dove la svizzera fu trasportata in ambulanza. Un primo esame del sangue diede come esito 1,68 grammi per litro; un secondo, eseguito a Novara, di 1,5, soglia limite per la più grave infrazione penale prevista dal codice della strada.

Processata con rito abbreviato per guida in stato di ebbrezza, l’automobilista è stata assolta. Il giudice ha riqualificato il capo d’imputazione ritenendo che il tasso alcolemico al momento dell’incidente fosse inferiore a quanto poi accertato, escludendo ogni responsabilità penale. Il fascicolo è stato comunque trasmesso all’autorità amministrativa per la relativa sanzione: alla donna toccherà pagare una multa.