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marijuana terrazzo
VERBANIA – 11.03.2016 – Solo uso personale,

nessuno spaccio. È questa la tesi difensiva con la quale l’avvocato Monica Rossi reclama per il suo cliente, Giuseppe Quattrocchi, la piena assoluzione da ogni accusa. Il verbanese Quattrocchi è a processo per aver coltivato sul terrazzo della sua abitazione nel centro di Intra quattro piante di marijuana alte due metri e di aver ceduto hashish e marijuana a un cliente. È stato lo stesso imputato, nell’ultima udienza dibattimentale, a raccontare la sua versione, a confermare di aver piantato i semi nel giugno del 2014, di aver coperto le piantine “non sapevo neanche se fossero maschio o femmina” con un cellophane e di averle annaffiate regolarmente fino a quel giorno di agosto in cui la Guardia di finanza gliele ha scoperte e portate via. Ma ha negato la cessione degli stupefacenti, spiegando che chi lo accusa lo fa ingiustamente perché lui non possiede una Volkswagen Polo e non porta gli occhiali, come dichiarato dal teste dell’accusa.

L’avvocato Rossi non nega che il suo assistito ha una dipendenza dagli stupefacenti da cui non è riuscito a liberarsi e insiste che la dipendenza l’ha spinto a coltivare la marijuana per non doverla acquistare. Ha chiesto quindi l’assoluzione, insistendo anche sulla non attendibilità dei testi, compreso colui che in aula prima ha detto di aver confessato su pressioni della Guardia di finanza per poi ritrattare.

Il giudice Raffaella Zappatini, ascoltate le tesi della difesa e registrata la richiesta dell’accusa di condannarlo a 3 anni e 5.000 euro di multa, perché ci sono le prove delle cessioni – ha detto il pm Sveva De Liguoro – e perché è provato che le piante avevano un principio attivo da stupefacenti, ha aggiornato l’udienza per le repliche al 23 marzo.