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VERBANIA – 18.03.2016 – Sacerdote, educatore, giornalista.

Don Giuseppe Cacciami è stato, tra le altre cose, soprattutto questo e ha dedicato la quasi totalità della sua vita di uomo di chiesa a queste vocazioni. Ha retto, traghettato e trasformato la “Famiglia Studenti” (oggi Il Chiostro) accogliendo intere generazioni di studenti del “Cobianchi”. E ha svolto un importante lavoro nella comunicazione come giornalista a 360°: direttore, editorialista – celebri i suoi “spilli” – della Stampa diocesana novarese, membro del Cda dell’Avvenire e, in generale, cultore dell’informazione e convinto fautore della necessità di un’informazione cattolica.

Monsignor Cacciami è scomparso quattro anni fa a Grignasco, suo paese natale dove s’era ritirato in seguito a problemi di salute. Aveva 88 anni e ha lasciato un ricordo indelebile soprattutto a Verbania, dove la sua “missione” è iniziata a metà degli anni ’50. E a Verbania, ieri, è stato ricordato. Al “Chiostro” i parenti e tanti amici si sono ritrovati per la funzione religiosa celebrata dal vescovo Franco Giulio Brambilla e per lo scoprimento del bassorilievo in bronzo che, collocato sotto il porticato, restituisce ai frequentatori del Chiostro il sorriso acuto e ironico di don Giuseppe.

Nell’auditorium è stato presentato i libro biografico “Più in alto più lontano – Don Giuseppe Cacciami sacerdote, educatore, giornalista”. Scritto da Paolo Bustaffa, raccoglie scritti personali, ricordi e aneddoti. Alla presentazione sono intervenuti il presidente nazionale della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) Francesco Zanotti e il rettore dell’Università Lumsa di Roma Francesco Bonini. Non è potuto essere presente, ma ha inviato uno scritto, il cardinal Camillo Ruini.