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VERBANIA – 25.03.2016 – Segnali distensivi verso le minoranze.

È questo il primo messaggio che manda il nuovo segretario del Pd di Verbania, Nicolò Scalfi. Eletto mercoledì sera, oggi pomeriggio ha presentato squadra e programma della sua azione politica che, poco prima, è cominciata con un primo incontro con i gruppi di minoranza di “Una Verbania possibile”. Tema dell’incontro: l’elezione del presidente del Consiglio comunale che si terrà mercoledì prossimo. “Cerchiamo una persona autorevole e non autoritaria – dice Scalfi –. Prima che di nomi, che non abbiamo proposto, ragioniamo sul metodo della sua scelta, consultando tutti. Noi siamo per l’etica del confronto”. Che non vuol dire accettare supinamente gli attacchi degli avversari, come denunciato nei giorni scorsi. “Non quelli personali – aggiunge – perché la politica non si fa sul piano personale”. Il fatto che ci sia stato un incontro è già di per sé un cambio di rotta rispetto al passato, se si pensa che solo lunedì gli esponenti di “Una Verbania possibile” erano stati tacciati dal sindaco Silvia Marchionini e dal capogruppo Marco Tartari di essere coloro che muovono la “macchina del fango”.  

Sull’impostazione della sua segreteria, Scalfi ha le idee chiare: recuperare un ruolo politico sui temi generali e particolari, avvicinare il Pd alla gente anche in altri contesti, fare formazione e coltivare il dibattito, e risolvere i problemi di una città in grave crisi “che ha ereditato le pesanti gestioni passate”.

Sui rapporti tesi col sindaco, espressi anche nel suo documento programmatico, il neosegretario ha usato diplomazia. “Il confronto dialettico e le differenti posizioni ci stanno – spiega –. Non voglio essere ipocrita dicendo che non è successo nulla, ma guardiamo al futuro. Nel 2014 il Pd ha scommesso su un forte cambiamento e un ricambio generazionale, scontando iniziali difficoltà. Usando una metafora calcistica: possiamo dire che quando non si vince si cambia modulo. Ma gli uomini restano gli stessi”. In questo senso la sua visione è lievemente diversa da quella di Tartari, che le fibrillazioni del Pd le riconduce perlopiù alla stampa e ai giornalisti.

Infine parole d’elogio per la segreteria “che rappresenta le anime di questo partito e che porta capacità e competenze”.