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VERBANIA – 08.04.2016 – Esercizio arbitrario

delle proprie ragioni con violenza alle persone è il capo di imputazione che viene contestato a Maurizio Bego, titolare dell’omonimo cantiere nautico di Verbania. Oggi in tribunale s’è aperto il processo a suo carico nato dalla denuncia di Michael Lamelza, un anziano signore canadese che, insieme alla moglie, ha una casa di villeggiatura a Oggebbio. Lamelza conosce Bego da quando, anni fa, decise di portare sul Lago Maggiore un’imbarcazione posseduta in Canada e gli chiese di riassemblarla dopo il trasporto transoceanico. Da quell’operazione in poi, contestata nell’esito dal cliente, è nato un contenzioso tra i due mai risolto.

Un giorno di due anni fa Lamelza si presentò nel negozio di Bego per acquistare un motore fuori bordo. Lo accolse l’impiegata, che non lo riconobbe. Quando arrivò il titolare e vide il cliente al quale rivendicava ancora 4.000 euro di fatture non pagate, lo bloccò e chiamò la polizia. La pattuglia arrivò sul posto e chiese a Lamelza di seguirlo in questura, dove fu identificato. L’episodio non finì di fronte alla polizia, ma ebbe una seconda parte quando il canadese tornò in questura e denunciò Bego per averlo trattenuto contro la sua volontà, ipotizzando addirittura il sequestro di persona. Lamelza, che sostiene di non avere alcun debito verso il cantiere nautico, raccontò di essere stato chiuso all’interno del negozio e impossibilitato a andarsene.

Secondo la Procura – l’accusa è sostenuta dal pubblico ministero Sveva De Liguoro –, Bego si sarebbe reso colpevole di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, avrebbe cioè ecceduto nel tutelare un suo interesse tramite violenza (non fisica, ma impedendo al cliente di andarsene).

Nell’udienza odierna ha testimoniato uno dei due poliziotti intervenuti, che ha raccontato di aver visto, al suo arrivo sul posto, la porta aperta con Lamelza che aspettava tranquillamente e di averlo invitato a seguirlo in questura.