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ARONA – 18.04.2016 – Il vicesindaco con la passione

per la batteria da un lato, l’esercente blogger dall’altro. Da Arona a Verbania, la querelle telematica tra Paolo Ferraris e Federico Monti è arrivata – a quattro anni dai fatti – in un aula di tribunale, celebrata in un processo per diffamazione che vede Ferraris imputato e Monti parte civile.

Tutto nasce nella primavera del 2012. Tra gli ospiti musicali della cinquantesima edizione della Fiera di Arona c’è la cantante Rossana Casale, attesa il 1° giugno per un’esibizione dal vivo accompagnata dalla sua orchestra “I giorni del vino e delle rose”. All’ultimo minuto il batterista è costretto a dare forfait e, al suo posto, viene chiamato il vicesindaco di Arona Monti, che ha un certo pedigree come musicista e che conosce l’artista. L’evento si tiene senza problemi e raccoglie anche un buon successo. Sul blog AronaTv, che oggi non esiste più se non come pagina Facebook, viene pubblicato un testo a firma Paolo Ferraris (il curatore dello spazio web) il cui titolo è “Quei 15.000 euro dati alla fiera per far suonare il gruppo del vicesindaco”. Il riferimento è alla cifra – 15.000 euro, appunto – che il Comune di Arona ha concesso all’ente Fiera come contributo per gli spettacoli. Il pezzo fa notizia e si attira una prima rettifica del manager dell’artista, che chiarisce come la cifra percepita da Casale sia molto inferiore ai 15.000 euro e che Monti ha suonato gratis. Pubblicata la rettifica con un commento ulteriore del blogger, il “caso” non si sgonfia e il vicesindaco, sentendosi chiamato in causa come un amministratore che intasca soldi pubblici, sporge querela contro il blogger, che in città è gestore della spiaggia e del chiosco del Marconi Beach. La Procura svolge le indagini e, ritenendo provata la diffamazione, emette un decreto penale di condanna ai danni del blogger, che lo impugna portando il “caso” in aula. Oggi in tribunale, di fronte al giudice Marta Perazzo hanno testimoniato Monti, il segretario della Fiera di Arona e il sindaco Alberto Gusmeroli. Tutti hanno confermato che i 15.000 euro era un contributo omnicomprensivo per tutti gli eventi e che il vicesindaco s’è esibito senza chiedere compensi. Il giudice ha aggiornato l’udienza per ascoltare l’imputato, oggi assente. “Non potevo accettare che mi si additasse come uno che intasca i soldi pubblici – dice Monti –. Non mi interessa il risarcimento, che andrà in beneficenza. Sono sempre stato disponibile a ritirare la querela in cambio delle scuse”.