VERBANIA – 18.04.2016 – Un sì senza quorum.
Come anticipato stanotte il referendum sul forno crematorio è andato a vuoto, mancando per 667 voti quella soglia di 8.626 che avrebbero abrogato la delibera di Consiglio comunale che ha esternalizzato la gestione del servizio. Sui 26.488 aventi diritto si sono presentati alle urne in 7.965. 6.261 (l’81,01%) si sono espressi per il sì, mentre 1.468 (18,99%) hanno barrato no.
La mancanza del quorum è la vittoria del sindaco Silvia Marchionini, la prima stamane a commentare tirando dritto sul processo interrottosi con il deposito del quesito referendario: “il mancato raggiungimento del quorum, con una partecipazione del 30% dei cittadini spinta inevitabilmente dal referendum nazionale, permetterà di lavorare responsabilmente per il progetto che abbiamo presentato e votato in Consiglio comunale nel 2015”. Per il primo cittadino, dunque, si riprende da lì, da un “nuovo forno crematorio moderno ed efficiente, a differenza dell'attuale ormai obsoleto, e che abbia una struttura moderna, accogliente e con una dignitosa e necessaria sala del commiato”. “Lo faremo in maniera ambientalmente compatibile, lo faremo negli interessi di tutti i cittadini”.
Il comitato referendario, preso atto del risultato “il quorum non l'abbiamo raggiunto, questo è un dato di fatto”, ricorda gli sforzi compiuti che hanno comunque spinto oltre 7.000 persone a interessarsi il problema, e ringrazia “tutte le persone che hanno deciso di esercitare il loro diritto di voto, in particolar modo gli oltre 6000 sì, che non avranno un valore amministrativo ma sicuramente hanno una forte valenza politica”.
Di vittoria politica parlano anche i consiglieri di “Una Verbania possibile”: Uno straordinario risultato che ha spinto la maggioranza a rivedere quel salto nel vuoto rappresentato dal project financing. Arrivare così vicini al quorum senza raggiungerlo carica di grandi responsabilità chi ha un ruolo amministrativo”.
Il ragionamento conclusivo è il medesimo del Movimento 5 Stelle, che attacca Marchionini: “sta denigrando il voto di 7.959 verbanesi che sono andati alle urne e non sta ascoltando la volontà di 6.261, pari all’81.01% dei votanti, che le ha chiesto di non esternalizzare per trent’anni il forno crematorio”.
Diversa, invece, la posizione del Pd, che già era intervenuto in Consiglio comunale facendo passare – con un voto che ha spaccato il gruppo - la mozione dalla quale è arrivata la revoca del già citato project financing. La segreteria dei democratici non sottovaluta la partecipazione, “raccoglie le preoccupazioni espresse in questi mesi riguardo all’affidamento a privati del forno crematorio” e aprendo al dialogo conferma l’impegno del partito “a essere garante e attento osservatore di tutta la procedura di affidamento, ponendo particolare attenzione a modalità e contenuti affinché il massimo interesse pubblico venga tutelato”.